Lettere
Lettera del Municipio di Genova
Trascrizione
Genova, 27 Ottobre 1893
Ill.mo Sig. Giuseppe Sacheri - Genova
Mi è grato partecipare alla S.V. Ill.ma che in conformità del parere emesso dalla Commissione incaricata di giudicare del merito dei quadri presentati al concorso bandito dalla Giunta Municipale l’8 e il 27 Ottobre 1892, la Giunta stessa ha assegnato a V.S. quale autore del quadro contraddistinto col motto "Genova in gloria" il 1° premio di lire tremilacinquecento.
Con piena osservanza.
Il Sindaco : Pratolongo (trattasi del premio per il concorso bandito per le manifestazioni in ricordo di Colombo. Il quadro è anche intitolato: "Il porto di Genova in occasione delle feste Colombiane del 1892" ed esposto nel Museo Navale di Genova al Molo Vecchio. )
Trascrizione
Genova, 27 Ottobre 1893
Ill.mo Sig. Giuseppe Sacheri - Genova
Mi è grato partecipare alla S.V. Ill.ma che in conformità del parere emesso dalla Commissione incaricata di giudicare del merito dei quadri presentati al concorso bandito dalla Giunta Municipale l’8 e il 27 Ottobre 1892, la Giunta stessa ha assegnato a V.S. quale autore del quadro contraddistinto col motto "Genova in gloria" il 1° premio di lire tremilacinquecento.
Con piena osservanza.
Il Sindaco : Pratolongo (trattasi del premio per il concorso bandito per le manifestazioni in ricordo di Colombo. Il quadro è anche intitolato: "Il porto di Genova in occasione delle feste Colombiane del 1892" ed esposto nel Museo Navale di Genova al Molo Vecchio. )
Lettera Accademia di Belle Arti di Milano
Lettera da: R. Accademia di Belle Arti in Milano – Presidenza – N. 562
Oggetto: Acquisto di opere alla IIIa Esposizione Triennale di Belle Arti
Trascrizione
Al ch.mo pittore Sig. Giuseppe Sacheri - Genova
Milano, Luglio 1897
Ch.mo Signore,
Il R. Ministero dell'Istruzione in seguito alle pratiche condotte dalla S.V. a mezzo dell´Ill.mo Sig. Comm. Eleuterio Pagliano, Membro della Giunta Superiore di Belle Arti, ha deciso di acquistare il quadro della S.V. esposto alla IIIa Esposizione Triennale di Belle Arti di questa R. Accademia:
"Partenza per la pesca - Palafitte d´Adriatico" al prezzo di lire 800, per la Galleria Nazionale.
Mi pregio quindi trasmettere l´atto di cessione redatto in base al modulo inviato dal R. Ministero PregandoLa di sottoscriverlo e ritornarmelo colla maggior possibile sollecitudine.
Con perfetta considerazione.
f.to: Il Segretario: G. Carotti
Lettera da: R. Accademia di Belle Arti in Milano – Presidenza – N. 562
Oggetto: Acquisto di opere alla IIIa Esposizione Triennale di Belle Arti
Trascrizione
Al ch.mo pittore Sig. Giuseppe Sacheri - Genova
Milano, Luglio 1897
Ch.mo Signore,
Il R. Ministero dell'Istruzione in seguito alle pratiche condotte dalla S.V. a mezzo dell´Ill.mo Sig. Comm. Eleuterio Pagliano, Membro della Giunta Superiore di Belle Arti, ha deciso di acquistare il quadro della S.V. esposto alla IIIa Esposizione Triennale di Belle Arti di questa R. Accademia:
"Partenza per la pesca - Palafitte d´Adriatico" al prezzo di lire 800, per la Galleria Nazionale.
Mi pregio quindi trasmettere l´atto di cessione redatto in base al modulo inviato dal R. Ministero PregandoLa di sottoscriverlo e ritornarmelo colla maggior possibile sollecitudine.
Con perfetta considerazione.
f.to: Il Segretario: G. Carotti
Lettera di M. Calderini
Trascrizione
Cartolina postale da M. Calderini - Via Lodovica, 4 – Torino a G.S. piazza Umberto I° – Bogliasco
Torino, 12/1/1901 (1904 – da timbro postale)
Caro amico,
Ella forse non sa che la Segreteria del Circolo non accusa mai ricevuta della opere ai soci lontani da Torino limitandosi a tenere tale ricevuta a disposizione. Mi stupisce però che nessun amico le abbia notificato il buon collocamento e buon effetto della sua impressione di neve che trovo lodata nel giornale "Gazzetta del Popolo" che le mando oggi. Io non sono più socio perché al Circolo si succedono troppe mafie e si ostinano a voler pazzamente l’esposizione a sola luce elettrica! Non ho visto nemmeno l’esposizione, ma spero poterle dare notizia di vendita.
Auguri di ogni bene e disponga di me a Torino.
Suo dev.mo : M. Calderini
Trascrizione
Cartolina postale da M. Calderini - Via Lodovica, 4 – Torino a G.S. piazza Umberto I° – Bogliasco
Torino, 12/1/1901 (1904 – da timbro postale)
Caro amico,
Ella forse non sa che la Segreteria del Circolo non accusa mai ricevuta della opere ai soci lontani da Torino limitandosi a tenere tale ricevuta a disposizione. Mi stupisce però che nessun amico le abbia notificato il buon collocamento e buon effetto della sua impressione di neve che trovo lodata nel giornale "Gazzetta del Popolo" che le mando oggi. Io non sono più socio perché al Circolo si succedono troppe mafie e si ostinano a voler pazzamente l’esposizione a sola luce elettrica! Non ho visto nemmeno l’esposizione, ma spero poterle dare notizia di vendita.
Auguri di ogni bene e disponga di me a Torino.
Suo dev.mo : M. Calderini
Vilhelmine de Stampe
(la lettera proviene da NYKJØBING nella regione di Falster, piccola isola della Danimarca a sud della grande isola con Copenhagen. Skjgrringe è probabilmente un piccola località in quella regione. Rilevato da timbro postale sula busta).
17/01/904
lettera a G. Saccheri - Villa Dictich(?) - Genova, corretto in P.zza della Chiesa n°13/3 - Bogliasco (Ge)
Skjgrringe, 17/1/904
Caro Signor Saccheri,
Spero che Lei avrà ricevuto l'ultima lettera mia nella quale Le annunciai la morte del caro mio marito.
Non mi ha più risposto per darmi ulteriori notizie sulla signorina che desiderava procurare un posto ? farei il mio possibile per aiutarla. Quest'oggi vengo domandarle un gran servizio - vorrebbe mandarmi il giornale "Pro Nervi" per dicembre e gennaio mi farebbe un gran piacere; ho pensato fare un viaggio il resto dell'inverno e vorrei sapere se troverei dei conoscenti in Nervi. Sto tanto bene che si può ......... le circostanze e pel momento ho molto da fare arrangiando tutto quello che è necessario in tali tristi casi.
Spero che Lei come la sua famiglia stanno benissimo e li prego tutti di ricevere un saluto sincero dalla sua devota amica danese
Vilhelmine de Stampe
(la lettera proviene da NYKJØBING nella regione di Falster, piccola isola della Danimarca a sud della grande isola con Copenhagen. Skjgrringe è probabilmente un piccola località in quella regione. Rilevato da timbro postale sula busta).
17/01/904
lettera a G. Saccheri - Villa Dictich(?) - Genova, corretto in P.zza della Chiesa n°13/3 - Bogliasco (Ge)
Skjgrringe, 17/1/904
Caro Signor Saccheri,
Spero che Lei avrà ricevuto l'ultima lettera mia nella quale Le annunciai la morte del caro mio marito.
Non mi ha più risposto per darmi ulteriori notizie sulla signorina che desiderava procurare un posto ? farei il mio possibile per aiutarla. Quest'oggi vengo domandarle un gran servizio - vorrebbe mandarmi il giornale "Pro Nervi" per dicembre e gennaio mi farebbe un gran piacere; ho pensato fare un viaggio il resto dell'inverno e vorrei sapere se troverei dei conoscenti in Nervi. Sto tanto bene che si può ......... le circostanze e pel momento ho molto da fare arrangiando tutto quello che è necessario in tali tristi casi.
Spero che Lei come la sua famiglia stanno benissimo e li prego tutti di ricevere un saluto sincero dalla sua devota amica danese
Vilhelmine de Stampe
Lettera dalla Giuria Internazionale – Milano
Trascrizione dell'annotazione
dai documenti del Comitato Esecutivo dell’Esposizione Internazionale Milano 1906 risulta che il Prof. Giuseppe Sacheri di Bogliasco (Genova) ottenne effettivamente il Diploma di Medaglia d'oro nella Sezione Arte Decorativa nella seg. Arte Decorativa (Gruppo 42–43–44–45) firma illegibile
Trascrizione dell'annotazione
dai documenti del Comitato Esecutivo dell’Esposizione Internazionale Milano 1906 risulta che il Prof. Giuseppe Sacheri di Bogliasco (Genova) ottenne effettivamente il Diploma di Medaglia d'oro nella Sezione Arte Decorativa nella seg. Arte Decorativa (Gruppo 42–43–44–45) firma illegibile
BISTOLFI LEONARDO
Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 15 marzo 1859 – La Loggia, 3 settembre 1933) è stato uno scultore e politico italiano, importante esponente del simbolismo italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella XXVI legislatura.
Biglietto da Bistolfi.
Torino, 30 Gennaio 1907
Carissimo,
Ebbi care le tue parole che mi confortarono della tua assenza e te ne ringrazio con tutto il cuore.
E con tutto il cuore spero ed auguro che la salute preziosa di tua Madre sia quale l'amor tuo e la mia antica amicizia la desiderano.
Ricordami e voglimi bene.
Il tuo Bistolfi
Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 15 marzo 1859 – La Loggia, 3 settembre 1933) è stato uno scultore e politico italiano, importante esponente del simbolismo italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella XXVI legislatura.
Biglietto da Bistolfi.
Torino, 30 Gennaio 1907
Carissimo,
Ebbi care le tue parole che mi confortarono della tua assenza e te ne ringrazio con tutto il cuore.
E con tutto il cuore spero ed auguro che la salute preziosa di tua Madre sia quale l'amor tuo e la mia antica amicizia la desiderano.
Ricordami e voglimi bene.
Il tuo Bistolfi
Trascrizione
CP1
Cartolina Postale
La Loggia (Torino), 24 Dicembre 1909
Carissimo,
Sono tornato da poco da Roma e sono di nuovo qui, in questo mio solitario studio campagnolo a ...... disperatamente , ma tornerò tra pochi giorni a Torino per "l'inverno" mi duole di non aver potuto rispondere in tempo. Ma spero di vivo cuore di vederti presto ugualmente. Intanto grazie del tuo memore pensiero e mille auguri cordiali dal sempre tuo aff.
Bistolfi
CP1
Cartolina Postale
La Loggia (Torino), 24 Dicembre 1909
Carissimo,
Sono tornato da poco da Roma e sono di nuovo qui, in questo mio solitario studio campagnolo a ...... disperatamente , ma tornerò tra pochi giorni a Torino per "l'inverno" mi duole di non aver potuto rispondere in tempo. Ma spero di vivo cuore di vederti presto ugualmente. Intanto grazie del tuo memore pensiero e mille auguri cordiali dal sempre tuo aff.
Bistolfi
Corrispondenza con Enrichetta Chiariviglio Giolitti
(La Sig.ra Enrichetta è la figlia primogenita dell'On. Giovanni Giolitti, al tempo Presidente del Consiglio dei Ministri)
lettera da Enrichetta Chiaraviglio Giolitti - Roma Via Angelo Masina (Gianicolo)
Trascrizione
Roma, 18 Giugno '908
Gentilissimo Sig. Sacheri,
Oggi abbiamo aperta la cassa contenente il mio quadro, ed è stata una vera festa per me l'aver potuto respirare di nuovo l'aria della Liguria, l'aver rivisto quella luce, quel cielo e qual mare. Questa è veramente e genuinamente la mia impressione ed è stata ed è ogni volta che riguardo quel quadro, tanto potente e tanto profonda che non riesco più nemmeno ad ammirare i meriti del mio quadro.
Forse mi riuscirà in seguito ......... ora non mi riesce che a goderne ed a pieni polmoni, a pieno cuore.
L'arte sua è perciò veramente bella, perché è buona e ritempra l'anima e il corpo. Gli occhi ..... godono, come godono della natura, lo spirito si rischiara in una specie di benessere fisico. Mi rincresce, caro Sig. Sacheri, di non sapermi esprimere più poeticamente, ma in fondo poi le più bella poesia è la verità, e questo è certo anche il suo parere.
Io la ringrazio di gran cuore per la simpatia e la cordialità con cui è evidentemente stato fatto questo suo lavoro, e che io apprezzo come un segno di buona amicizia alla quale rispondo con equal sentimento. Mi creda sempre affettuosamente,
f.to: Enrichetta Chiariviglio Giolitti
(La Sig.ra Enrichetta è la figlia primogenita dell'On. Giovanni Giolitti, al tempo Presidente del Consiglio dei Ministri)
lettera da Enrichetta Chiaraviglio Giolitti - Roma Via Angelo Masina (Gianicolo)
Trascrizione
Roma, 18 Giugno '908
Gentilissimo Sig. Sacheri,
Oggi abbiamo aperta la cassa contenente il mio quadro, ed è stata una vera festa per me l'aver potuto respirare di nuovo l'aria della Liguria, l'aver rivisto quella luce, quel cielo e qual mare. Questa è veramente e genuinamente la mia impressione ed è stata ed è ogni volta che riguardo quel quadro, tanto potente e tanto profonda che non riesco più nemmeno ad ammirare i meriti del mio quadro.
Forse mi riuscirà in seguito ......... ora non mi riesce che a goderne ed a pieni polmoni, a pieno cuore.
L'arte sua è perciò veramente bella, perché è buona e ritempra l'anima e il corpo. Gli occhi ..... godono, come godono della natura, lo spirito si rischiara in una specie di benessere fisico. Mi rincresce, caro Sig. Sacheri, di non sapermi esprimere più poeticamente, ma in fondo poi le più bella poesia è la verità, e questo è certo anche il suo parere.
Io la ringrazio di gran cuore per la simpatia e la cordialità con cui è evidentemente stato fatto questo suo lavoro, e che io apprezzo come un segno di buona amicizia alla quale rispondo con equal sentimento. Mi creda sempre affettuosamente,
f.to: Enrichetta Chiariviglio Giolitti
Lettera da Chiarivaglio - Roma - Via Angelo Masina
Roma, 25 Dicembre 1910
Gent.mo Sig. Sacheri,
La ringrazio molto del duo gentile pensiero, e tanto di più che, essendo senza sue notizie ormai da molti mesi stavo per scriverle e chiedere di Lei. La sua lettera, per il fatto solo che non mi da notizie, mi assicura che Ella ed i suoi stanno bene, Mi farebbe però piacere di sapere qualcosa di più intorno alla sua attività. Esporrà a Roma? Non verrà qui nell'inverno? Si rammenti che la sua camera è libera ed a sua disposizione sempre.
Noi siamo stati tutti indisposti per l'influenza, ma ora stiamo bene.
Riceva i nostri saluti ed auguri cordiali e mi creda sempre aff.ma
Enrichetta Chiaraviglio Giolitti
Roma, 25 Dicembre 1910
Gent.mo Sig. Sacheri,
La ringrazio molto del duo gentile pensiero, e tanto di più che, essendo senza sue notizie ormai da molti mesi stavo per scriverle e chiedere di Lei. La sua lettera, per il fatto solo che non mi da notizie, mi assicura che Ella ed i suoi stanno bene, Mi farebbe però piacere di sapere qualcosa di più intorno alla sua attività. Esporrà a Roma? Non verrà qui nell'inverno? Si rammenti che la sua camera è libera ed a sua disposizione sempre.
Noi siamo stati tutti indisposti per l'influenza, ma ora stiamo bene.
Riceva i nostri saluti ed auguri cordiali e mi creda sempre aff.ma
Enrichetta Chiaraviglio Giolitti
Cartolina indirizzata a Giuseppe Sacheri, pittore – Chiavari del 21/12/1915
Da Sig.ra Enrichette Chiaravaglia Giolitti – Roma, via Cola di Rienzo, 28
Ricambio a Lei e ai Suoi, cordialmente, gli auguri anche per mio marito, assente da Roma.
Di Lei Dev. ma
E. Chiaraviglio Giolitti
Da Sig.ra Enrichette Chiaravaglia Giolitti – Roma, via Cola di Rienzo, 28
Ricambio a Lei e ai Suoi, cordialmente, gli auguri anche per mio marito, assente da Roma.
Di Lei Dev. ma
E. Chiaraviglio Giolitti
R. Accademia Albertina di Belle Arti di Torino
Trascrizione
Torino, 29 Marzo 1909
Stim. Sig. G. Sacheri pittore – Genova,
Mi pregio informarla che la Giuria per l’esposizione di Monaco ammise fra le opere da inviare a tale mostra il dipinto di V.S. "Notte di luna nel porto".
f.to : Il segretario economo
Trascrizione
Torino, 29 Marzo 1909
Stim. Sig. G. Sacheri pittore – Genova,
Mi pregio informarla che la Giuria per l’esposizione di Monaco ammise fra le opere da inviare a tale mostra il dipinto di V.S. "Notte di luna nel porto".
f.to : Il segretario economo
Emil Richter
Trascrizione
Lettera da: Emil Richter – Dresden – Prager Strasse – Modern kunst
Dresden, 7 Octobre 1909
Signor Giuseppe Sacheri, Bogliasco
Mi prendo la libertà di chiedervi se voi sareste disposto ad affidarmi, dopo la chiusura dell'Esposizione al Glaspalast a Monaco il quadro che voi avete esposto:
"Notte di luna nel porto di Camogli"
Io ci terrei molto ad esporlo nelle mie sale poichè sono persuaso che i nostri collezionisti si interesserebbero a quest’opera.
In attesa di vostre notizie vogliate gradire, Signore, i miei premurosi saluti.
f.to: Emil Richter Inhaber: H. Holst
Trascrizione
Lettera da: Emil Richter – Dresden – Prager Strasse – Modern kunst
Dresden, 7 Octobre 1909
Signor Giuseppe Sacheri, Bogliasco
Mi prendo la libertà di chiedervi se voi sareste disposto ad affidarmi, dopo la chiusura dell'Esposizione al Glaspalast a Monaco il quadro che voi avete esposto:
"Notte di luna nel porto di Camogli"
Io ci terrei molto ad esporlo nelle mie sale poichè sono persuaso che i nostri collezionisti si interesserebbero a quest’opera.
In attesa di vostre notizie vogliate gradire, Signore, i miei premurosi saluti.
f.to: Emil Richter Inhaber: H. Holst
X Esposizione Internazionale d’Arte nel R. Glaspalast – Monaco di Baviera
Trascrizione
Monaco, 20 Ottobre 1909 Signor Giuseppe Sacheri – Bogliasco Ci pregiamo avvisare la S.V. Ill.ma che la usa opera, segnata nel catalogo col N° 1329 "Notte di luna nel porto a Camogli" è stata venduta al prezzo di Marchi 500 alla condizione della nota qui sotto.
Con perfetta stima e considerazione.
f.to: La X Esposizione Internazionale d´Arte in Monaco di Baviera 1909
L'Amministratore: Albert Wenk
Trascrizione
Monaco, 20 Ottobre 1909 Signor Giuseppe Sacheri – Bogliasco Ci pregiamo avvisare la S.V. Ill.ma che la usa opera, segnata nel catalogo col N° 1329 "Notte di luna nel porto a Camogli" è stata venduta al prezzo di Marchi 500 alla condizione della nota qui sotto.
Con perfetta stima e considerazione.
f.to: La X Esposizione Internazionale d´Arte in Monaco di Baviera 1909
L'Amministratore: Albert Wenk
Lettere dal Segretario Generale del Salon d’Automne di Parigi
Lettera da: Comitato per la Sezione d'Arte Italiana al Salon d'Automne 1909
Grand Palais – Avenue d'Antin – Paris
Sotto la Presidenza Onoraria de S. E. l'Ambasciatore d’Italia a Parigi
Trascrizione
Parigi, 1° Ottobre 1909
Ill.mo Signore,
ricevetti a suo tempo la pregiata sua; e mentre mi considero onoratissimo del regalo – e ne ringrazio di cuore – La prego dirmi, in via telegrafica, se posso cedere due delle "Impressioni", per 300 franchi globali. L'offerta è ferma, e la vendita fatta se Lei risponde affermativamente.
Con perfetta stima mi creda suo
Rossi Sacchetti
Segretario Generale della Sezione
Lettera da: Comitato per la Sezione d'Arte Italiana al Salon d'Automne 1909
Grand Palais – Avenue d'Antin – Paris
Sotto la Presidenza Onoraria de S. E. l'Ambasciatore d’Italia a Parigi
Trascrizione
Parigi, 1° Ottobre 1909
Ill.mo Signore,
ricevetti a suo tempo la pregiata sua; e mentre mi considero onoratissimo del regalo – e ne ringrazio di cuore – La prego dirmi, in via telegrafica, se posso cedere due delle "Impressioni", per 300 franchi globali. L'offerta è ferma, e la vendita fatta se Lei risponde affermativamente.
Con perfetta stima mi creda suo
Rossi Sacchetti
Segretario Generale della Sezione
Trascrizione
Parigi, 2 Ottobre 1909
Egregio Signore,
Confermo la mia di ieri e aggiungo che ho venduto oggi un terzo quadro delle sensazioni di mare, al prezzo di 200 franchi. Attendo la decisione per gli altri due, e La saluto distintamente.
Il Segretario Generale Rossi Sacchetti
Parigi, 16 Ottobre 1909
Ill.mo Sig. G. Sacheri – Bogliasco (Genova)
Il Sig. Eduardo Marcello Sandoz, scultore, 7 rue Michelet, a Parigi, ha pagato ieri l’importo, in 300 F.chi, dei due quadri "Sensazioni di mare" da lui acquistati.
Le trasmetto la somma, senza dedurre, per ora, le piccole spese incontrate (telegramma ed eventuali), pregandola di un cenno di ricevuta, mi creda Suo Dev.mo
Il Segretario Generale, f.to Rossi Sacchetti
3 biglietti della Banque de France
N° 198 – C.4741
N° 722 – E.4924
N° 492 – N.4934
Trascrizione ultima pagina
Egr. Sig. Sacheri,
La ringrazio anzitutto per il gentile regalo di una delle Sue belle impressioni.
Aggiungo che, non potendo darle risposta definitiva oggi per l’Esposizione di Buenos Ayres, – il che si saprà fra tre o quattro giorni – accuro l’imballaggio e ritorno di tutto: salvo a ritirare, all’ultimo momento, il quadro grande, cui Ella aggiungerà quello che crede, a norma del Regolamento e schede che Le spedirò eventualmente.
L’acquirente delle sue Impressioni, avendole accettate senza cornice, non ho trovato necessario farle subire la spesa delle cornici. Ed è tanto di guadagnato. Le dò il mio indirizzo privato, e La prego credermi Suo dev.mo
Rossi Sacchetti
Esposizione d’Arte di Venezia
Antonio Fradeletto (Venezia, 4 marzo 1858 – Roma, 5 marzo 1930) è stato un politico italiano.
Nato da Regina Fradeletto e da padre ignoto, passò l’infanzia presso la nonna materna. A undici anni entrò nel collegio "Marco Foscarini" grazie ad un sussidio per merito che gli garantì di studiare sino alla laurea in lettere e filosofia, conseguita brillantemente all'università degli Studi di Padova (1880). Nel periodo trascorso all’ateneo pubblicò diversi articoli di cultura ne Il Giornale di Padova.
Dopo pochi giorni dalla laurea ottenne la cattedra di lettere italiane presso la Scuola superiore di economia e commercio di Venezia. Durante gli anni ottanta continuò ad occuparsi di cultura collaborando con il quotidiano moderato La Venezia. Il 1885 segnò la sua entrata in politica, con la candidatura alle elezioni amministrative, senza però essere eletto. Ci riprovò nel 1889 e riuscì ad entrare nel Consiglio comunale della città lagunare negli anni della giunta guidata da Lorenzo Tiepolo.
Poco dopo Fradeletto entrava in contatto con Riccardo Selvatico, eletto sindaco nel 1890 a capo di una giunta molto varia, costituita da liberali di sinistra, conservatori e radicali. Pur non ricoprendo alcun ruolo amministrativo, divenne uno degli animatori della vita culturale veneziana. Con Giovanni Bordiga, assessore alla pubblica istruzione, nel 1887 riuscì ad organizzare la prima Esposizione nazionale di pittura e scultura (la futura Biennale), approvata ufficialmente dalla giunta nel 1893 e inaugurata nel 1895 alla presenza di Umberto I e Margherita di Savoia. Fradeletto continuò a mantenere la carica di segretario generale dell’evento sino al 1919.
Fu Ministro delle Terre liberate dal Nemico del Regno d'Italia nel Governo Orlando.
Antonio Fradeletto (Venezia, 4 marzo 1858 – Roma, 5 marzo 1930) è stato un politico italiano.
Nato da Regina Fradeletto e da padre ignoto, passò l’infanzia presso la nonna materna. A undici anni entrò nel collegio "Marco Foscarini" grazie ad un sussidio per merito che gli garantì di studiare sino alla laurea in lettere e filosofia, conseguita brillantemente all'università degli Studi di Padova (1880). Nel periodo trascorso all’ateneo pubblicò diversi articoli di cultura ne Il Giornale di Padova.
Dopo pochi giorni dalla laurea ottenne la cattedra di lettere italiane presso la Scuola superiore di economia e commercio di Venezia. Durante gli anni ottanta continuò ad occuparsi di cultura collaborando con il quotidiano moderato La Venezia. Il 1885 segnò la sua entrata in politica, con la candidatura alle elezioni amministrative, senza però essere eletto. Ci riprovò nel 1889 e riuscì ad entrare nel Consiglio comunale della città lagunare negli anni della giunta guidata da Lorenzo Tiepolo.
Poco dopo Fradeletto entrava in contatto con Riccardo Selvatico, eletto sindaco nel 1890 a capo di una giunta molto varia, costituita da liberali di sinistra, conservatori e radicali. Pur non ricoprendo alcun ruolo amministrativo, divenne uno degli animatori della vita culturale veneziana. Con Giovanni Bordiga, assessore alla pubblica istruzione, nel 1887 riuscì ad organizzare la prima Esposizione nazionale di pittura e scultura (la futura Biennale), approvata ufficialmente dalla giunta nel 1893 e inaugurata nel 1895 alla presenza di Umberto I e Margherita di Savoia. Fradeletto continuò a mantenere la carica di segretario generale dell’evento sino al 1919.
Fu Ministro delle Terre liberate dal Nemico del Regno d'Italia nel Governo Orlando.
Lettera da IX Esposizione d’Arte di Venezia
Lettera da IX Esposizione d’Arte di Venezia
Trascrizione
Venezia, 7 Novembre 1910
Egr. Sig. Giuseppe Sacheri – Bogliasco (Genova)
Egregio Signore,
Ho il piacere di rimetterle qui accluso il vaglia N° A 317112 di Lit. 823,95 (ottocento ventitré 95 cent.) a totale pagamento dei Suoi quadri segnati coi n° di catalogo 19 – 20 – 22 – 21 – 23 da noi venduti.
La prego di voler con cortese sollecitudine ritornarmi la ricevuta qui unita e di aggradire i miei più distinti saluti.
Il Segretario Generale: Giulio Fradeletto
Trascrizione
Venezia, 7 Novembre 1910
Egr. Sig. Giuseppe Sacheri – Bogliasco (Genova)
Egregio Signore,
Ho il piacere di rimetterle qui accluso il vaglia N° A 317112 di Lit. 823,95 (ottocento ventitré 95 cent.) a totale pagamento dei Suoi quadri segnati coi n° di catalogo 19 – 20 – 22 – 21 – 23 da noi venduti.
La prego di voler con cortese sollecitudine ritornarmi la ricevuta qui unita e di aggradire i miei più distinti saluti.
Il Segretario Generale: Giulio Fradeletto
Lettera da IX Esposizione d’Arte di Venezia
Venezia, 3 Novembre 1910
Egregio Signor Sacheri,
Un’offerta. Il Municipio di Venezia vorrebbe regalare un lavoro d’arte a ciascuno dei tre membri di una Commissione esaminatrice di un concorso. Trattasi di tre eminenti architetti italiani.
Il Municipio avrebbe scelto delle Sue belle impressioni e precisamente i numeri 19, 20, 22.
La somma disponibile è di Lire 450,– e non può essere assolutamente elevata; veda Lei se può accettarla.
Io lo spero e credo, anche in vista della condizione onorevole dell’acquisto e della qualità dell’acquirente.
La prego di rispondermi per telegramma. Basterà la semplice parola: accetto.
Aggradisca i miei saluti cordiali.
suo A. Fradeletto
Venezia, 3 Novembre 1910
Egregio Signor Sacheri,
Un’offerta. Il Municipio di Venezia vorrebbe regalare un lavoro d’arte a ciascuno dei tre membri di una Commissione esaminatrice di un concorso. Trattasi di tre eminenti architetti italiani.
Il Municipio avrebbe scelto delle Sue belle impressioni e precisamente i numeri 19, 20, 22.
La somma disponibile è di Lire 450,– e non può essere assolutamente elevata; veda Lei se può accettarla.
Io lo spero e credo, anche in vista della condizione onorevole dell’acquisto e della qualità dell’acquirente.
La prego di rispondermi per telegramma. Basterà la semplice parola: accetto.
Aggradisca i miei saluti cordiali.
suo A. Fradeletto
Lettera dal Sindaco di Venezia Presidente dell'Esposizione di Venezia
Trascrizione
Venezia, 17 Giugno 1911
Egregio Signore,
Riconfermandole il nostro invito La preghiamo nuovamente di voler consacrare all’impresa di Venezia le Sue maggiori e migliori energie.
Importa più che mai che nella Mostra ventura l’Arte nostra rifulga di viva luce e rivaleggi con l’arte straniera anziché correre il rischio di rimanere sopraffatta.
Questa è la ragione della nostra preghiera. La genialità italiana deve affermarsi vittoriosamente nella prossima gara mondiale.
Speriamo che gli artisti tutti vogliano rispondere al nostro appello col massimo fervore di coscienza e slancio di volontà.
Aggradisca, Egregio Signore, i nostri cordiali anticipati ringraziamenti.
Il Sindaco di Venezia Presidente dell’Esposizione
Il Segretario Generale
Trascrizione
Venezia, 17 Giugno 1911
Egregio Signore,
Riconfermandole il nostro invito La preghiamo nuovamente di voler consacrare all’impresa di Venezia le Sue maggiori e migliori energie.
Importa più che mai che nella Mostra ventura l’Arte nostra rifulga di viva luce e rivaleggi con l’arte straniera anziché correre il rischio di rimanere sopraffatta.
Questa è la ragione della nostra preghiera. La genialità italiana deve affermarsi vittoriosamente nella prossima gara mondiale.
Speriamo che gli artisti tutti vogliano rispondere al nostro appello col massimo fervore di coscienza e slancio di volontà.
Aggradisca, Egregio Signore, i nostri cordiali anticipati ringraziamenti.
Il Sindaco di Venezia Presidente dell’Esposizione
Il Segretario Generale
Lettera da Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia
Società Amatori e Cultori di Belle Arti – Roma
Trascrizione
Palazzo delle Esposizione – Via Nazionale
Roma, 13 Maggio 1910
Egregio Professore,
Un visitatore offre L. 3000 per il Suo "Primavera in Liguria" . Mi scriva se accetta l’offerta.
Riguardo all’ultimo quadro venduto alla Mostra Marinara, l’acquirente ha pagato la metà; ancora deve dare l’altra metà, ma stia tranquillo perché il quadro È ancora qui.
Saluti.
f.to: Ferrucci
Trascrizione
Palazzo delle Esposizione – Via Nazionale
Roma, 13 Maggio 1910
Egregio Professore,
Un visitatore offre L. 3000 per il Suo "Primavera in Liguria" . Mi scriva se accetta l’offerta.
Riguardo all’ultimo quadro venduto alla Mostra Marinara, l’acquirente ha pagato la metà; ancora deve dare l’altra metà, ma stia tranquillo perché il quadro È ancora qui.
Saluti.
f.to: Ferrucci
Trascrizione
Roma, 14 Luglio 1910
Egr. Sig. Giuseppe Sacheri,
Le rimetto il vaglia N° 508256 per l’importo di £ 845,75 più l’altro N° 1572682 per l’importo di £ 812,50 quale saldo del prezzo di vendita delle impressioni vendute all’Esposizione secondo l’acclusa distinta. L’Esposizione le deve ancora £ 250 per il Sig. Eller e £ 125 per il Sig. Susman. Queste somme le saranno rimesse non appena gli acquirenti le avranno versate.
Tutte le impressioni rimaste furono ritirate dal Cav. Ferrari che credo s’incaricherà di spedirle a lei.
Gradisca frattanto i miei cordiali saluti.
Il Direttore della Segreteria : f.to Tommaso Bencivenga
P.S. – Dall’importo di £ 1300,50 è stata detratta la somma di £ 2,25 importo di due vetri messi all’impressioni. Allegato alla lettera:
Opere acquistate dall’artista Sacheri Giuseppe
Ministero Istruzione N° 406 avrà il pagamento diretto
Ministero Istruzione N° 409
Heller Julius N° 4 impressioni £ 500 versato £ 250
Susman G. N° 390 £ 250 versato £ 125
Avv. Gregoraci N° 384 £ 110 versato £ 110
Svend Salomon N° 396 £ 110 versato £ 110
Spietzer N° 404 £ 250 versato £ 250
Sforza D. Guido N° 3 impressioni £ 500 versato £ 500
Modigliani Ettore N° 383 £ 100 versato £ 100
Regina Madre N° 389 £ 150 già saldato
N° 392 £ 150 già saldato
Totale £ 1445
dalla somma di £ 1445 detratto £ 144,50 quale percentuale del 10% restano
£ 1300,50
Lettera intestata: Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti in Roma – 83.a Esposizione Internazionale 1914 – Palazzo dell’ Esposizione – Via Nazionale
Roma, 4 Maggio 1914
Ill.mo Sig. Prof. Giuseppe Sacheri - Chiavari
Con la presente ho il piacere di rimetterLe vaglia Banca d’Italia n° 801268 di Lire 448 rappresentante il saldo dell’acquisto fatto da S.M. il Re del Suo pregevole dipinto "Sere di Plenilunio" per Lire 500, da cui detratta la percentuale (10%) spettante alla Società e Lire 2 per telegramma e raccomandata restano Lire 448.-
Nel rinnovarLe le mie più sincere congratulazioni per l’onorifico acquisto col massimo ossequio ben distintamente La riverisco.
Il Direttore di Segreteria Dev.mo Alfredo Politi
Roma, 4 Maggio 1914
Ill.mo Sig. Prof. Giuseppe Sacheri - Chiavari
Con la presente ho il piacere di rimetterLe vaglia Banca d’Italia n° 801268 di Lire 448 rappresentante il saldo dell’acquisto fatto da S.M. il Re del Suo pregevole dipinto "Sere di Plenilunio" per Lire 500, da cui detratta la percentuale (10%) spettante alla Società e Lire 2 per telegramma e raccomandata restano Lire 448.-
Nel rinnovarLe le mie più sincere congratulazioni per l’onorifico acquisto col massimo ossequio ben distintamente La riverisco.
Il Direttore di Segreteria Dev.mo Alfredo Politi
Lettera della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti – Gennaio 1917
CAVALLERI VITTORIO
CAVALLERI, Vittorio. - Nacque a Torino il 16 febbr. 1860 da Gioacchino e da Felicita Angelino in una famiglia piccolo-borghese che lo avviò agli studi commerciali collocandolo poi come commesso presso un negozio di stoffe. Dopo aver preso alcune lezioni private dal pittore Francesco Sampietro, nel 1878 si iscrisse alla Accademia Albertina, dove frequentò il biennio inferiore coi professori G. Giani e lo stesso Sampietro e il corso superiore di pittura con A. Gastaldi e P. G. Gilardi. Nel 1883 si diplomò a pieni voti ed espose per la prima volta al Circolo degli artisti di Torino i quadri Sentiero e Raggio di sole (il secondo acquistato dalla direzione del Circolo stesso). L'anno successivo presentò alla mostra della Promotrice torinese di Belle Arti quattro studi dal vero, una mezza figura d'uomo e il quadro Delizie materne e, nel 1885,sempre alla Promotrice, riportò un personale successo con Congresso forzato, Estate in collina, Ritratto di donna, Zappe abbandonate (un quadro di ispirazione millettiana) e Fiori di cimitero (i due ultimi figurarono anche all'Esposizione veneziana del 1887e Fiori di cimitero fu poidistrutto dal C. stesso).
Amante della natura e della quiete, il C. si ritirò nel 1885 a Gerbido, nel comune di Nichelino, al margine della campagna torinese, ospite della famiglia Gachet, presso la quale rimase sino alla morte avvenuta ivi il 22 maggio 1938.
Espose con regolarità alle mostre del Circolo degli artisti fino al 1917 e a quelle della Promotrice sino al 1913, con una presenza particolarmente notevole per il numero delle opere nel 1901 e nel 1902. Alla Promotrice espose ancora nel 1920, nel '21, nel '22 e nel 1938.
Pittore di genere, ritrattista e soprattutto apprezzato paesaggista, non gli furono negati notorietà e pubblici riconoscimenti. Nel 1890 venne nominato socio onorario dell'Accademia Albertina di Torino e, l'anno successivo, di quella di Brera, a Milano (Stella, 1893, p. 575); a Brera espose nel 1891 un pastello raffigurante un Ritratto di signora e il quadro Baldoria. Nel quadro delle celebrazioni del 1892 per il IV Centenario della scoperta dell'America, fu premiato con una medaglia d'argento all'Esposizione italo-americana organizzata dalla Società Promotrice di Genova (L'Illustraz. ital., 28 ag. 1892, p. 139). Ai Salons parigini del 1893 e del 1894 ricevette medaglie d'oro rispettivamente per i quadri Turbine e Sogno di primavera. Partecipò inoltre a numerose biennali di Venezia (1895-1910). Alla Prima Triennale torinese del 1896 fu premiato il quadro Empirismo che vi figurava insieme con il ritratto del pittore Carlo Stratta e, alla Quadriennale di Torino del 1908, il C. ricevette il premio Bricherasio ex aequo col pittore Paolo Gaidano per Ritratto di signora, esposto insieme con Verso l'ignoto. Alla Quadriennale espose ancora tre ritratti nel 1923.
Nel 1889 aveva fatto un viaggio a Parigi che non determinò, tuttavia, alcun mutamento nella sua pittura, se si esclude un più vivo interesse per la tecnica del pastello dovuto, per altro, più all'aver trovato in Francia dei pastelli migliori di quelli in commercio in Italia, che all'esperienza della pittura francese contemporanea (Bernardi, 1945). A pastello è un quadro che riscosse un certo successo all'esposizione della Promotrice torinese del 1890, Tonio il galante, oggi alla Galleria d'arte moderna di Torino, ed il Ritratto della madre, rimasto di proprietà dell'artista; sempre alla promotrice espose ancora nel '91, nel '97 e nel 1909 con Domus aurea e Cortile d'Issogne.
Il C. espose ancora, sempre a Torino, nel 1932 alla galleria Codebò, nel 1933 alla Mostra dei paesaggisti piemontesi organizzata dalla Società degli amici dell'arte, nel 1936 nella sede della Stampa insieme con i pittori G. Giani e G. Manzone (I. Cremona, in Emporium, LXXXIII[1936], p. 156) e, nel 1938, anno della morte, alla Mostra della montagna. Egli fu anche autore di soggetti religiosi e, nel 1898, partecipò all'Esposizione d'arte sacra di Torino con una Veduta della Palestina di dimensioni colossali. Nel 1917 dette inizio a due lunette rappresentanti La pace e La guerra e a un ex voto, I fedeli, per il santuario d'Oropa, presso Biella. In collaborazione col fedele discepolo Mario Gachet, infine, decorò la chiesa di Frabosa Serro
CAVALLERI, Vittorio. - Nacque a Torino il 16 febbr. 1860 da Gioacchino e da Felicita Angelino in una famiglia piccolo-borghese che lo avviò agli studi commerciali collocandolo poi come commesso presso un negozio di stoffe. Dopo aver preso alcune lezioni private dal pittore Francesco Sampietro, nel 1878 si iscrisse alla Accademia Albertina, dove frequentò il biennio inferiore coi professori G. Giani e lo stesso Sampietro e il corso superiore di pittura con A. Gastaldi e P. G. Gilardi. Nel 1883 si diplomò a pieni voti ed espose per la prima volta al Circolo degli artisti di Torino i quadri Sentiero e Raggio di sole (il secondo acquistato dalla direzione del Circolo stesso). L'anno successivo presentò alla mostra della Promotrice torinese di Belle Arti quattro studi dal vero, una mezza figura d'uomo e il quadro Delizie materne e, nel 1885,sempre alla Promotrice, riportò un personale successo con Congresso forzato, Estate in collina, Ritratto di donna, Zappe abbandonate (un quadro di ispirazione millettiana) e Fiori di cimitero (i due ultimi figurarono anche all'Esposizione veneziana del 1887e Fiori di cimitero fu poidistrutto dal C. stesso).
Amante della natura e della quiete, il C. si ritirò nel 1885 a Gerbido, nel comune di Nichelino, al margine della campagna torinese, ospite della famiglia Gachet, presso la quale rimase sino alla morte avvenuta ivi il 22 maggio 1938.
Espose con regolarità alle mostre del Circolo degli artisti fino al 1917 e a quelle della Promotrice sino al 1913, con una presenza particolarmente notevole per il numero delle opere nel 1901 e nel 1902. Alla Promotrice espose ancora nel 1920, nel '21, nel '22 e nel 1938.
Pittore di genere, ritrattista e soprattutto apprezzato paesaggista, non gli furono negati notorietà e pubblici riconoscimenti. Nel 1890 venne nominato socio onorario dell'Accademia Albertina di Torino e, l'anno successivo, di quella di Brera, a Milano (Stella, 1893, p. 575); a Brera espose nel 1891 un pastello raffigurante un Ritratto di signora e il quadro Baldoria. Nel quadro delle celebrazioni del 1892 per il IV Centenario della scoperta dell'America, fu premiato con una medaglia d'argento all'Esposizione italo-americana organizzata dalla Società Promotrice di Genova (L'Illustraz. ital., 28 ag. 1892, p. 139). Ai Salons parigini del 1893 e del 1894 ricevette medaglie d'oro rispettivamente per i quadri Turbine e Sogno di primavera. Partecipò inoltre a numerose biennali di Venezia (1895-1910). Alla Prima Triennale torinese del 1896 fu premiato il quadro Empirismo che vi figurava insieme con il ritratto del pittore Carlo Stratta e, alla Quadriennale di Torino del 1908, il C. ricevette il premio Bricherasio ex aequo col pittore Paolo Gaidano per Ritratto di signora, esposto insieme con Verso l'ignoto. Alla Quadriennale espose ancora tre ritratti nel 1923.
Nel 1889 aveva fatto un viaggio a Parigi che non determinò, tuttavia, alcun mutamento nella sua pittura, se si esclude un più vivo interesse per la tecnica del pastello dovuto, per altro, più all'aver trovato in Francia dei pastelli migliori di quelli in commercio in Italia, che all'esperienza della pittura francese contemporanea (Bernardi, 1945). A pastello è un quadro che riscosse un certo successo all'esposizione della Promotrice torinese del 1890, Tonio il galante, oggi alla Galleria d'arte moderna di Torino, ed il Ritratto della madre, rimasto di proprietà dell'artista; sempre alla promotrice espose ancora nel '91, nel '97 e nel 1909 con Domus aurea e Cortile d'Issogne.
Il C. espose ancora, sempre a Torino, nel 1932 alla galleria Codebò, nel 1933 alla Mostra dei paesaggisti piemontesi organizzata dalla Società degli amici dell'arte, nel 1936 nella sede della Stampa insieme con i pittori G. Giani e G. Manzone (I. Cremona, in Emporium, LXXXIII[1936], p. 156) e, nel 1938, anno della morte, alla Mostra della montagna. Egli fu anche autore di soggetti religiosi e, nel 1898, partecipò all'Esposizione d'arte sacra di Torino con una Veduta della Palestina di dimensioni colossali. Nel 1917 dette inizio a due lunette rappresentanti La pace e La guerra e a un ex voto, I fedeli, per il santuario d'Oropa, presso Biella. In collaborazione col fedele discepolo Mario Gachet, infine, decorò la chiesa di Frabosa Serro
Trascrizione
CP2
Cartolina postale da V. Cavalleri
Torino, 11 Aprile 1910
Carissimo Sacheri,
Facendo parte della commissione di collocamento farò il possibile di soddisfare il tuo desiderio.
Ebbi già il piacere di vedere alcuni quadri, fra i quali i tuoi due che mi piacciono assai e che spero di poter collocare come si meritano.
Nell'attesa di vederti qui per l'inaugurazione solenne della grande e piccola mostra abbiti, per ora, tanti affettuosi saluti dal
tuo V. Cavalleri
CP2
Cartolina postale da V. Cavalleri
Torino, 11 Aprile 1910
Carissimo Sacheri,
Facendo parte della commissione di collocamento farò il possibile di soddisfare il tuo desiderio.
Ebbi già il piacere di vedere alcuni quadri, fra i quali i tuoi due che mi piacciono assai e che spero di poter collocare come si meritano.
Nell'attesa di vederti qui per l'inaugurazione solenne della grande e piccola mostra abbiti, per ora, tanti affettuosi saluti dal
tuo V. Cavalleri
Trascrizione
Cartolina postale da V. Cavalleri
Verres, 9 Giugno 1910
Caro Sacheri, Gli acquisti della Società si faranno tra sei o otto giorni. Attendono il Presidente che ora è fuori.
Non so quanto hanno da spendere, ma credo che il fondo sarà piccolo. Ciò ti dico perché ti sappia regolare per il prezzo. Il tuo quadro piace assai. Spero sarai fra i fortunati come te lo auguro sinceramente. Ti ringrazio dei tuoi complimenti e ti ricambio i saluti dei miei allievi.
Io sono qui da qualche tempo per finire studi per un quadro, per cui ricevetti la tua da Torino con molto ritardo.
Scusami se forse mi credevi per morto ed abbiti i miei più carissimi saluti.
Tuo V. Cavalleri
Cartolina postale da V. Cavalleri
Verres, 9 Giugno 1910
Caro Sacheri, Gli acquisti della Società si faranno tra sei o otto giorni. Attendono il Presidente che ora è fuori.
Non so quanto hanno da spendere, ma credo che il fondo sarà piccolo. Ciò ti dico perché ti sappia regolare per il prezzo. Il tuo quadro piace assai. Spero sarai fra i fortunati come te lo auguro sinceramente. Ti ringrazio dei tuoi complimenti e ti ricambio i saluti dei miei allievi.
Io sono qui da qualche tempo per finire studi per un quadro, per cui ricevetti la tua da Torino con molto ritardo.
Scusami se forse mi credevi per morto ed abbiti i miei più carissimi saluti.
Tuo V. Cavalleri
Trascrizione
CP1
Lettera da V. Cavalleri
Torino, 11- 3 - 1921
Caro Sacheri,
Caldamente ti raccomando d'inviare qualche tuo lavoro alla nostra promotrice. Spero avrai già ricevuto l'invito ufficiale dalla Direzione. Facendo io parte di essa te lo raccomando io personalmente, promettendoti, fin che sarò io nella direzione, di interessarmi con piacere delle tue opere.
Fiducioso non mancherai di presentarti come al solito degnamente al concorso, ti ringrazio infinitamente anche da parte dei miei colleghi.
Con affetto ti saluto.
V. Cavalleri
CP1
Lettera da V. Cavalleri
Torino, 11- 3 - 1921
Caro Sacheri,
Caldamente ti raccomando d'inviare qualche tuo lavoro alla nostra promotrice. Spero avrai già ricevuto l'invito ufficiale dalla Direzione. Facendo io parte di essa te lo raccomando io personalmente, promettendoti, fin che sarò io nella direzione, di interessarmi con piacere delle tue opere.
Fiducioso non mancherai di presentarti come al solito degnamente al concorso, ti ringrazio infinitamente anche da parte dei miei colleghi.
Con affetto ti saluto.
V. Cavalleri
Colasanti Arduino
Colasanti Arduino (Roma 1877 – ivi 1935)
Storico dell’arte italiana, si occupò attivamente del restauro e riordinamento di monumenti e musei.
Fu Direttore delle Belle Arti che aveva già rivestito la stessa carica con Benedetto Croce.
Trascrizione
Roma, 16.V.1910
Illustre Signore,
Tornato a Roma dopo una breve assenza, trovo la sua lettera gentile, alla quale mi affretto a rispondere per manifestarle tutta la mia riconoscenza.
Scrissi per la Sua arte quello che il cuore mi dettava, con semplicità, e se di quell’arte, che sinceramente ammiro, Ella vuole offrirmi un ricordo, io l’accetto con vivo entusiasmo. Dei quadri esposti a Roma e fino a ieri disponibili, preferirei il n.407. Ad ogni modo Ella potrebbe, se crede, comunicare la Sua intenzione alla Segreteria della mostra, in modo che se anche il 407 fosse venduto, la segreteria stessa possa essere autorizzata a tenere per me un’altra delle Impressioni, che io avrò cura di scegliere.
Augurandovi di poterla conoscere di persona, Le rinnovo i ringraziamenti e l’espressione delle mia ammirazione.
Arduino Colasanti
Storico dell’arte italiana, si occupò attivamente del restauro e riordinamento di monumenti e musei.
Fu Direttore delle Belle Arti che aveva già rivestito la stessa carica con Benedetto Croce.
Trascrizione
Roma, 16.V.1910
Illustre Signore,
Tornato a Roma dopo una breve assenza, trovo la sua lettera gentile, alla quale mi affretto a rispondere per manifestarle tutta la mia riconoscenza.
Scrissi per la Sua arte quello che il cuore mi dettava, con semplicità, e se di quell’arte, che sinceramente ammiro, Ella vuole offrirmi un ricordo, io l’accetto con vivo entusiasmo. Dei quadri esposti a Roma e fino a ieri disponibili, preferirei il n.407. Ad ogni modo Ella potrebbe, se crede, comunicare la Sua intenzione alla Segreteria della mostra, in modo che se anche il 407 fosse venduto, la segreteria stessa possa essere autorizzata a tenere per me un’altra delle Impressioni, che io avrò cura di scegliere.
Augurandovi di poterla conoscere di persona, Le rinnovo i ringraziamenti e l’espressione delle mia ammirazione.
Arduino Colasanti
Filippo Grimani – Sindaco di Venezia
MARESCOTTI ARTURO
Ercole Arturo Marescotti, bolognese, critico, autore di libri d'arte su pittura e sculture italiana
CP4
Lettera di Giuseppe Sacheri del Giugno 1910 Trascrizione
Sig. Marescotti,
Le ho inviato ieri per mezzo plico postale all'indirizzo della Rivista Ars .............. nove riproduzioni di miei dipinti - alcune sono in tricromia - altre fotografie, altre infine sono gli stessi bozzetti a colori dai quali trassi poi i quadri.
Mi rincresce non aver potuto inviare riproduzioni di dipinti miei che furono assai discussi come "La nave della morte" esposta alla Prima Quadriennale di Torino. (N.B. forse nel 1898 - da verificare). Se ne potrà trovare l'incisione nella pubblicazione "La Quadriennale di Torino" edita dalla stamperia ...(non leggibile)... di quella città.
Nell'Emporium del Maggio 1910 trovansi pure le riproduzioni di due miei dipinti acquistati per la Galleria d'Arte Moderna. In esso Emporium è pure uno scritto sopra una recente mia esposizione individuale a Roma.
Le invio pure il giornale "La Vita" del Marzo 910 che parla di quell'esposizione.
Quando Lei non avrà più bisogno delle riproduzioni inviate, prego di ritornarmele; mi sarà però caro che Ella si tenga quello che le torna più gradito degli schizzi originali.
G. Sacheri
Ercole Arturo Marescotti, bolognese, critico, autore di libri d'arte su pittura e sculture italiana
CP4
Lettera di Giuseppe Sacheri del Giugno 1910 Trascrizione
Sig. Marescotti,
Le ho inviato ieri per mezzo plico postale all'indirizzo della Rivista Ars .............. nove riproduzioni di miei dipinti - alcune sono in tricromia - altre fotografie, altre infine sono gli stessi bozzetti a colori dai quali trassi poi i quadri.
Mi rincresce non aver potuto inviare riproduzioni di dipinti miei che furono assai discussi come "La nave della morte" esposta alla Prima Quadriennale di Torino. (N.B. forse nel 1898 - da verificare). Se ne potrà trovare l'incisione nella pubblicazione "La Quadriennale di Torino" edita dalla stamperia ...(non leggibile)... di quella città.
Nell'Emporium del Maggio 1910 trovansi pure le riproduzioni di due miei dipinti acquistati per la Galleria d'Arte Moderna. In esso Emporium è pure uno scritto sopra una recente mia esposizione individuale a Roma.
Le invio pure il giornale "La Vita" del Marzo 910 che parla di quell'esposizione.
Quando Lei non avrà più bisogno delle riproduzioni inviate, prego di ritornarmele; mi sarà però caro che Ella si tenga quello che le torna più gradito degli schizzi originali.
G. Sacheri
BURKHARD
La Signora Burkhard è stata una conoscenza di G. Sacheri incontrata durante la sua permanenza nel Nord d’Europa
CP2
Lettera da Sig.ra Burkhard indirizzata a Bogliasco
Milano, 23 Ottobre 1911
Gentilissimo Sig. Sacheri,
La ringrazio tanto della Sua gentilissima lettera e sono felice che Ella abbia scritto a Miglius e dando quei dettagli che desideravamo.
Sono stata oggi da Grandi ... mi è sembrato di poterlo fare per quanto lo conosca assai meno del Miglius e più per rapporti d'affari, per cornici ecc., avendo egli, oltre le antichità anche il primo negozio di stampe e cornici di Milano. Ogni volta che ci vado per qualche ordinazione, si parla d'arte e della Permanente, nel cui Consiglio è forse il più anziano, e certo uno dei più influenti.
Ed appunto parlando della Permanente, questa primavera, e della corrente ostile al Consiglio e all'andamento attuale delle cose formatasi tra gli artisti milanesi Milanesi con a capo Sala e Carcano, (all'ultima Assemblea generale - in primavera - questi hanno tentato un vero colpo di stato - e vi è stata una lotta accanita - quale non avevo mai visto in nessuna assemblea: Le racconterò un giorno) - mi diceva che egli desidererebbe avere ogni tanto delle esposizioni individuali di artisti italiani ma non milanesi - aggiunte magari alla solita Esposizione di primavera - oppure qualche "sala regionale" - ma che incontrava sempre una grande ostilità a questi progetti negli artisti di qui.
Gli ho ricordato questa conversazione parlandogli oggi di Lei, e spero che appoggerà la nostra causa! Dico nostra ... perché la sento un po' anche mia - per il vivissimo interesse che ne ho, per la gioia che proverei se questa Sua Esposizione potesse riuscire.
Non mi ringrazi, che non è proprio il caso, ci saluti tanto i suoi cari e mi creda con un buona stretta di mano, Sua dev.ma
E. Burkhard
La Signora Burkhard è stata una conoscenza di G. Sacheri incontrata durante la sua permanenza nel Nord d’Europa
CP2
Lettera da Sig.ra Burkhard indirizzata a Bogliasco
Milano, 23 Ottobre 1911
Gentilissimo Sig. Sacheri,
La ringrazio tanto della Sua gentilissima lettera e sono felice che Ella abbia scritto a Miglius e dando quei dettagli che desideravamo.
Sono stata oggi da Grandi ... mi è sembrato di poterlo fare per quanto lo conosca assai meno del Miglius e più per rapporti d'affari, per cornici ecc., avendo egli, oltre le antichità anche il primo negozio di stampe e cornici di Milano. Ogni volta che ci vado per qualche ordinazione, si parla d'arte e della Permanente, nel cui Consiglio è forse il più anziano, e certo uno dei più influenti.
Ed appunto parlando della Permanente, questa primavera, e della corrente ostile al Consiglio e all'andamento attuale delle cose formatasi tra gli artisti milanesi Milanesi con a capo Sala e Carcano, (all'ultima Assemblea generale - in primavera - questi hanno tentato un vero colpo di stato - e vi è stata una lotta accanita - quale non avevo mai visto in nessuna assemblea: Le racconterò un giorno) - mi diceva che egli desidererebbe avere ogni tanto delle esposizioni individuali di artisti italiani ma non milanesi - aggiunte magari alla solita Esposizione di primavera - oppure qualche "sala regionale" - ma che incontrava sempre una grande ostilità a questi progetti negli artisti di qui.
Gli ho ricordato questa conversazione parlandogli oggi di Lei, e spero che appoggerà la nostra causa! Dico nostra ... perché la sento un po' anche mia - per il vivissimo interesse che ne ho, per la gioia che proverei se questa Sua Esposizione potesse riuscire.
Non mi ringrazi, che non è proprio il caso, ci saluti tanto i suoi cari e mi creda con un buona stretta di mano, Sua dev.ma
E. Burkhard
CP3
Lettera da Sig.ra Burkhard
Milano, 20 Dicembre 1911
Gentilissimo Signor Sacheri,
Al primo momento, nel ricevere Domenica la Sua cara lettera, mi parve che l'accettare la Sua offerta fosse abusare di tanta generosità! Ma il modo in cui mi venne fatta fece tacere tutti i miei scrupoli, e adesso vengo a ringraziarla di tutto cuore del Suo bel dono, e dirle che mi sono portata via un gioiello della bella collezione!
E' un raggio di sole intenso che irradia il piano fino agli alberi distanti - che lotta contro le ombre e le illumina, che si riflette nell'acqua torbida e vi mette un lembo di cielo: è l'immagine della nostra vita nei giorni belli che il Suo pennello magico ha saputo rendere con squisita poesia in un paesaggio verde dalle linee semplicissime! Contemplandola ci si sente invadere da una pace benefica - da vera contentezza - e si impara una cosa, che cioè l'artista non solo "trova qualche volta un po' di sole nella sua tavolozza", ma lo sa riflettere negli altri attraverso il cristallo dell'animo suo!!
Siamo felici, mia madre ed io, di possedere questo "giorno di sole" insieme al raggio di S.Ilario ed alle profonde Sue poesie notturne e saranno spesso un godimento per noi - dell'animo e degli occhi.
Ancora un grazie vivissimo e commosso!
Ci saluti tanto la Sua cara moglie - un bacio ai bimbi e per Lei una buona stretta di mano.
Sua dev.ma
Burkhard
Lettera da Sig.ra Burkhard
Milano, 20 Dicembre 1911
Gentilissimo Signor Sacheri,
Al primo momento, nel ricevere Domenica la Sua cara lettera, mi parve che l'accettare la Sua offerta fosse abusare di tanta generosità! Ma il modo in cui mi venne fatta fece tacere tutti i miei scrupoli, e adesso vengo a ringraziarla di tutto cuore del Suo bel dono, e dirle che mi sono portata via un gioiello della bella collezione!
E' un raggio di sole intenso che irradia il piano fino agli alberi distanti - che lotta contro le ombre e le illumina, che si riflette nell'acqua torbida e vi mette un lembo di cielo: è l'immagine della nostra vita nei giorni belli che il Suo pennello magico ha saputo rendere con squisita poesia in un paesaggio verde dalle linee semplicissime! Contemplandola ci si sente invadere da una pace benefica - da vera contentezza - e si impara una cosa, che cioè l'artista non solo "trova qualche volta un po' di sole nella sua tavolozza", ma lo sa riflettere negli altri attraverso il cristallo dell'animo suo!!
Siamo felici, mia madre ed io, di possedere questo "giorno di sole" insieme al raggio di S.Ilario ed alle profonde Sue poesie notturne e saranno spesso un godimento per noi - dell'animo e degli occhi.
Ancora un grazie vivissimo e commosso!
Ci saluti tanto la Sua cara moglie - un bacio ai bimbi e per Lei una buona stretta di mano.
Sua dev.ma
Burkhard
COLASANTI ARDUINO
Colasanti Arduino (Roma 1877 – ivi 1935)
Storico dell'arte italiana, si occupò attivamente del restauro e riordinamento di monumenti e musei.
Fu Direttore delle Belle Arti che aveva già rivestito la stessa carica con Benedetto Croce.
Trascrizione
Roma, 16.V.1910
Illustre Signore,
Tornato a Roma dopo una breve assenza, trovo la sua lettera gentile, alla quale mi affretto a rispondere per manifestarle tutta la mia riconoscenza.
Scrissi per la Sua arte quello che il cuore mi dettava, con semplicità, e se di quell'arte, che sinceramente ammiro, Ella vuole offrirmi un ricordo, io l'accetto con vivo entusiasmo. Dei quadri esposti a Roma e fino a ieri disponibili, preferirei il n.407. Ad ogni modo Ella potrebbe, se crede, comunicare la Sua intenzione alla Segreteria della mostra, in modo che se anche il 407 fosse venduto, la segreteria stessa possa essere autorizzata a tenere per me un altra delle Impressioni, che io avrò cura di scegliere.
Augurandovi di poterla conoscere di persona, Le rinnovo i ringraziamenti e l'espressione delle mia ammirazione.
Arduino Colasanti
Colasanti Arduino (Roma 1877 – ivi 1935)
Storico dell'arte italiana, si occupò attivamente del restauro e riordinamento di monumenti e musei.
Fu Direttore delle Belle Arti che aveva già rivestito la stessa carica con Benedetto Croce.
Trascrizione
Roma, 16.V.1910
Illustre Signore,
Tornato a Roma dopo una breve assenza, trovo la sua lettera gentile, alla quale mi affretto a rispondere per manifestarle tutta la mia riconoscenza.
Scrissi per la Sua arte quello che il cuore mi dettava, con semplicità, e se di quell'arte, che sinceramente ammiro, Ella vuole offrirmi un ricordo, io l'accetto con vivo entusiasmo. Dei quadri esposti a Roma e fino a ieri disponibili, preferirei il n.407. Ad ogni modo Ella potrebbe, se crede, comunicare la Sua intenzione alla Segreteria della mostra, in modo che se anche il 407 fosse venduto, la segreteria stessa possa essere autorizzata a tenere per me un altra delle Impressioni, che io avrò cura di scegliere.
Augurandovi di poterla conoscere di persona, Le rinnovo i ringraziamenti e l'espressione delle mia ammirazione.
Arduino Colasanti
CP1
Lettera intestata "Bollettino d'Arte del Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione
Roma, 9 Gennaio 1911
Egregio Signore,
Appena ricevuta la Sua lettera, scrissi subito al mio amico Bencivenga. Le accludo la sua risposta.
Non si meravigli di quello che accade. Non saranno mai i Comitati, le commissioni e altre simili Accademie quelle che potranno giovare alla gloria degli artisti e all'onore dell'Arte!
Intanto io vedrò se mi sarà possibile fare qualche cosa per Lei tentando qualche altra via.
Mi comandi sempre in ciò che posso e, con i migliori auguri per il nuovo anno, mi abbia
Dev. Suo Arduino Colasanti
Lettera intestata "Bollettino d'Arte del Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione
Roma, 9 Gennaio 1911
Egregio Signore,
Appena ricevuta la Sua lettera, scrissi subito al mio amico Bencivenga. Le accludo la sua risposta.
Non si meravigli di quello che accade. Non saranno mai i Comitati, le commissioni e altre simili Accademie quelle che potranno giovare alla gloria degli artisti e all'onore dell'Arte!
Intanto io vedrò se mi sarà possibile fare qualche cosa per Lei tentando qualche altra via.
Mi comandi sempre in ciò che posso e, con i migliori auguri per il nuovo anno, mi abbia
Dev. Suo Arduino Colasanti
RICCI ODDI
Ricci Oddi donò al Comune di Piacenza nel 1924 la raccolta dei suoi dipinti. Nel 1931, venne inaugurata la Galleria d?´ moderna voluta dello stesso Ricci Oddi.
Lettera indirizzata da G. Sacheri a Ricci Oddi – Piacenza
(Documento conservato presso Archivio Galleria Ricci Oddi – Piacenza, fornito gentilmente da attuale direttore Prof. Stefano Fugazza)
"Ill.mo Signor Ricci–Oddi nob. Giuseppe
Le accuso ricevuta di un vaglia della Banca d´Italia di £ 1.300 (milletrecento) quale prezzo convenuto di un mio quadro e di sei annessi studi.
Bogliasco (Genova)
3 maggio 1911
Giuseppe Sacheri"
Ricci Oddi donò al Comune di Piacenza nel 1924 la raccolta dei suoi dipinti. Nel 1931, venne inaugurata la Galleria d?´ moderna voluta dello stesso Ricci Oddi.
Lettera indirizzata da G. Sacheri a Ricci Oddi – Piacenza
(Documento conservato presso Archivio Galleria Ricci Oddi – Piacenza, fornito gentilmente da attuale direttore Prof. Stefano Fugazza)
"Ill.mo Signor Ricci–Oddi nob. Giuseppe
Le accuso ricevuta di un vaglia della Banca d´Italia di £ 1.300 (milletrecento) quale prezzo convenuto di un mio quadro e di sei annessi studi.
Bogliasco (Genova)
3 maggio 1911
Giuseppe Sacheri"
Scritto di mano di Giuseppe Ricci Oddi, sul retro di due fotografie – riprodotte qui di seguito – dei dipinti di proprietà della Galleria d´Arte Moderna "Ricci–Oddi" a Piacenza (I dipinti riprodotti risultano acquistati da Ricci–Oddi nel 1911.
Trascrizione
"Piacenza 9.2.26
Chiarissimo Signor Sacheri,
Io non so se Ella ricorda il mio modesto nome, il nome, cioè di chi ebbe il piacere di conoscerLa personalmente a Bogliasco e l´acquistare qualche degnissima sua opera parecchi anni or sono.
Molto probabilmente, pure Ella non saprà che la collezione di quadri che da un trentennio vado raccogliendo è stata da me donata alla mia città, pel cui degno collocamento si sta costruendo un apposito edificio. Appunto per ciò mi permetto di scriverle e d´esternarle che a completamento della detta galleria io avrei pensato di allestire una saletta di – Bianco e Nero – riservata e dedicata a quegli artisti che già figurano con altri loro dipinti nella mia collezione, artisti, però, ch´ io scelgo fra i miei più cari e stimati. Credo superfluo dimostrarle come il pregio speciale di questa saletta dovrebbe assurgere ad una singolare importanza spirituale, dato il carattere di spontaneo e disinteressato consenso per l´umile ed appassionato collezionista e la eletta schiera di tanti illustri amici.
Credo anche superfluo di aggiungere che se Ella, approvando lo scopo di questa nuova iniziativa, vorrà inviarmi qualche suo disegno o acquaforte ecc. che Lo rappresenti nella nobile Famiglia che io sto per riunire, farà cosa grata non solo a me personalmente, ma a tutti i miei concittadini che sono impazienti di godere e di sfoggiare la nuova Galleria d´arte Moderna.
Mi perdoni la forma confidenziale di questo mio scritto e accolga l´espressione della mia piùviva ammirazione.
Con deferenza,
Ricci Oddi Giuseppe"
Trascrizione
"Piacenza 9.2.26
Chiarissimo Signor Sacheri,
Io non so se Ella ricorda il mio modesto nome, il nome, cioè di chi ebbe il piacere di conoscerLa personalmente a Bogliasco e l´acquistare qualche degnissima sua opera parecchi anni or sono.
Molto probabilmente, pure Ella non saprà che la collezione di quadri che da un trentennio vado raccogliendo è stata da me donata alla mia città, pel cui degno collocamento si sta costruendo un apposito edificio. Appunto per ciò mi permetto di scriverle e d´esternarle che a completamento della detta galleria io avrei pensato di allestire una saletta di – Bianco e Nero – riservata e dedicata a quegli artisti che già figurano con altri loro dipinti nella mia collezione, artisti, però, ch´ io scelgo fra i miei più cari e stimati. Credo superfluo dimostrarle come il pregio speciale di questa saletta dovrebbe assurgere ad una singolare importanza spirituale, dato il carattere di spontaneo e disinteressato consenso per l´umile ed appassionato collezionista e la eletta schiera di tanti illustri amici.
Credo anche superfluo di aggiungere che se Ella, approvando lo scopo di questa nuova iniziativa, vorrà inviarmi qualche suo disegno o acquaforte ecc. che Lo rappresenti nella nobile Famiglia che io sto per riunire, farà cosa grata non solo a me personalmente, ma a tutti i miei concittadini che sono impazienti di godere e di sfoggiare la nuova Galleria d´arte Moderna.
Mi perdoni la forma confidenziale di questo mio scritto e accolga l´espressione della mia piùviva ammirazione.
Con deferenza,
Ricci Oddi Giuseppe"
Società di Belle Arti di Milano
Famiglia Artistica
Lettera da Famiglia Artistica di Milano
Lettera da Famiglia Artistica di Milano
Società Promotrice di Belle Arti "Salvator Rosa" – Napoli
Città di Chiavari
Lettera da Città di Chiavari – 4 Luglio 1916
Lettera da Città di Chiavari – 4 Luglio 1916
BERTRANDI G.
Amico di G. Sacheri
Ceva (Isola), 6 Agosto 1917
Chiarissimo Sig. Professore,
Ho avuto dal caro Mongardi gli otto studi. Ho provato una impressione di tanta gioia al vederli che non me ne potevo staccare più.
Io la ringrazio vivamente, Sig. Professore, del magnifico dono. E le sono grato per la scelta sapiente. Perchè; nella mia abitazione è; entrata con Lei tutta la festa con cui le cose si godono la luce. Negli affocati meriggi, sotto i cieli tersi, quando i campi, estenuati dalla fatica del frutto reso, giacciono immobili sotto la calura che li cinge per future vite, ed il piano folgora d'amore contro il monte, gigante umile accecato dai bagliori. Nelle albe e nei tramonti in cui le cose non più oppresse riacquistano le loro individualità, e felici comunicano fra loro col giuoco delle ombre scherzevoli e fugaci. Nelle grigie armonie sotto il sole velato con immobilitá dolorose.
Tutta la bellezza delle cose, nella rapida varietà; che l´occhio dell´artista grande vede, discerne e fissa, tutto è entrato nelle mia abitazione, nell´opera sua Sig. Professore e nella sagace scelta, così che come rinata prova una ebbrezza di gioia.
E l´anima in questi tempi di turbine si riposa nella contemplazione, e dimentica.
Grazie dunque e grazie ancora di tanto magnifico dono.
Colla preghiera di porgere i miei ossequi alla gentile sua Signora voglia gradire i miei piú; distinti saluti.
Obb. G. Beltrandi
Ceva (Isola), 6 Agosto 1917
Chiarissimo Sig. Professore,
Ho avuto dal caro Mongardi gli otto studi. Ho provato una impressione di tanta gioia al vederli che non me ne potevo staccare più.
Io la ringrazio vivamente, Sig. Professore, del magnifico dono. E le sono grato per la scelta sapiente. Perchè; nella mia abitazione è; entrata con Lei tutta la festa con cui le cose si godono la luce. Negli affocati meriggi, sotto i cieli tersi, quando i campi, estenuati dalla fatica del frutto reso, giacciono immobili sotto la calura che li cinge per future vite, ed il piano folgora d'amore contro il monte, gigante umile accecato dai bagliori. Nelle albe e nei tramonti in cui le cose non più oppresse riacquistano le loro individualità, e felici comunicano fra loro col giuoco delle ombre scherzevoli e fugaci. Nelle grigie armonie sotto il sole velato con immobilitá dolorose.
Tutta la bellezza delle cose, nella rapida varietà; che l´occhio dell´artista grande vede, discerne e fissa, tutto è entrato nelle mia abitazione, nell´opera sua Sig. Professore e nella sagace scelta, così che come rinata prova una ebbrezza di gioia.
E l´anima in questi tempi di turbine si riposa nella contemplazione, e dimentica.
Grazie dunque e grazie ancora di tanto magnifico dono.
Colla preghiera di porgere i miei ossequi alla gentile sua Signora voglia gradire i miei piú; distinti saluti.
Obb. G. Beltrandi
MANFREDI
Amico di G. Sacheri
Lettera intestata: Regia Avvocatura Erariale Genova indirizzata a G.S. - Chiavari
Genova, 14 Novembre 1917
La tua esposizione di sensazioni di montagna è stata una impressionante sorpresa per me.
Conoscevo un Sacheri marinista, un Sacheri conoscitore consumato di tutta la bellezza dell´Appennino del versante del mare, ma un Sacheri interprete squisito della montagna, non lo conoscevo affatto, e sono stato ben felice di conoscerlo.
Non che io non ti credessi capace di rendere la poesia suggestiva della montagna colle stesse doti rigorose ed espressive con cui sai rendere l´onda spumeggiante e la roccia da questa flagellata, ma ti confesso senza ombra di adulazione (che io non conosco) che il nuovo campo della tua manifestazione artistica è stato per me una rivelazione.
Quel terreno umido e ................. del N°1 (Scende la nebbia), quella sinfonia finissima e intonata di grigi del N°2 (Sera presso l´ovile) quel bellissimo "Ritorno a sera" (N°11) che fa degno pendant al precedente, sono studi veramente superbi che rivelano una sensibilità squisita e sono resi con una larghezza, con una personalità, con una perizia assolutamente ineguali.
Ti assicuro che raramente ho veduto degli studi tanto persuasivi.
Nel "Ritorno a sera" vi è una donna a sinistra è tanto ambientata , che la stessa mia bambina che condussi con me, osservò che su quel cencio che ha in capo, si rifletteva veramente il grigiore delle nubi.
La tua esposizione è veramente il trionfo del grigio che dopo tutto è la tinta più aristocratica che noi abbiamo sulla tavolozza. Tutto sta a saperla adoperare perché quella è più difficile che fare del grigio colorito, e tu l´hai fatto in modo felicissimo.
Due quadretti distavano per intonazione dagli altri, e sono il N° 30 (Sera di luna) e il N° 31 (Dopo il tramonto nella valle). Nel primo hai saputo trovare un tono della luna e del cielo che non sono più toni, ma sono vera emanazione di luce.
Il secondo è pieno di mistero e di sentimento a cominciare dal cielo coperto di nubi dai bordi dorati, e venendo alla montagna avvolta nell´ombra profonda e trasparente.
Ma lo studio che ha la mia predilezione è quello che porta il N° 28 (Sera in Val Pesio). Un piccolo gruppo di case a destra con un campanile, un altro più piccolo a sinistra e in mezzo un gruppo di piante dal ciuffo sobriamente colorito in un simpatico tono caldo che spicca sul grigio della montagna. Vi è un´armonia cosìgrave; piacevole, così equilibrata di toni, che non ne potevo staccare gli occhi.
Naturalmente il pubblico non vi si fermava innanzi, preferendo note più vibranti e colorite. E´ troppo fino per essere capito dai più. Caro Sacheri, ho fatto una lunga chiacchierata, ma mi sono sfogato.
Che peccato che tu non stia più a Genova! Saresti l´unico spiraglio di luce intellettuale per me in questa ........... .........!
Stammi bene e ricorda il tuo aff.
Manfredi
Amico di G. Sacheri
Lettera intestata: Regia Avvocatura Erariale Genova indirizzata a G.S. - Chiavari
Genova, 14 Novembre 1917
La tua esposizione di sensazioni di montagna è stata una impressionante sorpresa per me.
Conoscevo un Sacheri marinista, un Sacheri conoscitore consumato di tutta la bellezza dell´Appennino del versante del mare, ma un Sacheri interprete squisito della montagna, non lo conoscevo affatto, e sono stato ben felice di conoscerlo.
Non che io non ti credessi capace di rendere la poesia suggestiva della montagna colle stesse doti rigorose ed espressive con cui sai rendere l´onda spumeggiante e la roccia da questa flagellata, ma ti confesso senza ombra di adulazione (che io non conosco) che il nuovo campo della tua manifestazione artistica è stato per me una rivelazione.
Quel terreno umido e ................. del N°1 (Scende la nebbia), quella sinfonia finissima e intonata di grigi del N°2 (Sera presso l´ovile) quel bellissimo "Ritorno a sera" (N°11) che fa degno pendant al precedente, sono studi veramente superbi che rivelano una sensibilità squisita e sono resi con una larghezza, con una personalità, con una perizia assolutamente ineguali.
Ti assicuro che raramente ho veduto degli studi tanto persuasivi.
Nel "Ritorno a sera" vi è una donna a sinistra è tanto ambientata , che la stessa mia bambina che condussi con me, osservò che su quel cencio che ha in capo, si rifletteva veramente il grigiore delle nubi.
La tua esposizione è veramente il trionfo del grigio che dopo tutto è la tinta più aristocratica che noi abbiamo sulla tavolozza. Tutto sta a saperla adoperare perché quella è più difficile che fare del grigio colorito, e tu l´hai fatto in modo felicissimo.
Due quadretti distavano per intonazione dagli altri, e sono il N° 30 (Sera di luna) e il N° 31 (Dopo il tramonto nella valle). Nel primo hai saputo trovare un tono della luna e del cielo che non sono più toni, ma sono vera emanazione di luce.
Il secondo è pieno di mistero e di sentimento a cominciare dal cielo coperto di nubi dai bordi dorati, e venendo alla montagna avvolta nell´ombra profonda e trasparente.
Ma lo studio che ha la mia predilezione è quello che porta il N° 28 (Sera in Val Pesio). Un piccolo gruppo di case a destra con un campanile, un altro più piccolo a sinistra e in mezzo un gruppo di piante dal ciuffo sobriamente colorito in un simpatico tono caldo che spicca sul grigio della montagna. Vi è un´armonia cosìgrave; piacevole, così equilibrata di toni, che non ne potevo staccare gli occhi.
Naturalmente il pubblico non vi si fermava innanzi, preferendo note più vibranti e colorite. E´ troppo fino per essere capito dai più. Caro Sacheri, ho fatto una lunga chiacchierata, ma mi sono sfogato.
Che peccato che tu non stia più a Genova! Saresti l´unico spiraglio di luce intellettuale per me in questa ........... .........!
Stammi bene e ricorda il tuo aff.
Manfredi
Croce Rossa Italiana
Lettera da Croce Rossa Italiana – Mostra Nazionale in Bianco e Nero – Roma
Lettera da Croce Rossa Italiana – Mostra Nazionale in Bianco e Nero – Roma
Società di Belle Arti di Genova
Trascrizione
Lettera intestata: Società di Belle Arti in Genova – Via Garibaldi, 18
Genova, 12 Febbraio 1919
Egregio Consocio,
Mi onoro partecipare alla S.V. che l’Assemblea Generale dei Soci, nella sua adunanza del 10 corr., La rieleggeva a membro del Consiglio Direttivo della Società di Belle Arti.
La distinzione conferitale dimostra quanto sia apprezzato l’interesse della S.V. per il culto e l’incremento delle Belle Arti nella nostra Genova, io gliene esprimo il mio generale compiacimento.
Lieto così di averla fra noi, per il maggior decoro ed incremento della Società nostra, me le professo colla massima considerazione.
Il Presidente Emilio Parodi
Il Segretario Angelo Balti
Trascrizione
Lettera intestata: Società di Belle Arti in Genova – Via Garibaldi, 18
Genova, 12 Febbraio 1919
Egregio Consocio,
Mi onoro partecipare alla S.V. che l’Assemblea Generale dei Soci, nella sua adunanza del 10 corr., La rieleggeva a membro del Consiglio Direttivo della Società di Belle Arti.
La distinzione conferitale dimostra quanto sia apprezzato l’interesse della S.V. per il culto e l’incremento delle Belle Arti nella nostra Genova, io gliene esprimo il mio generale compiacimento.
Lieto così di averla fra noi, per il maggior decoro ed incremento della Società nostra, me le professo colla massima considerazione.
Il Presidente Emilio Parodi
Il Segretario Angelo Balti
Società Promotrice Delle Belle Arti – Torino
Lettera da Società promotrice delle Belle Arti di Torino
Trascrizione
Torino, 24 Marzo 1919
Ill.mo Professore Sacheri Giuseppe – Sturla – Genova
La Direzione di questa Società ha l’onore di invitare V.S. ad esporre due delle sue Opere alla solenne Esposizione Nazionale di Belle Arti che sarà inaugurata in Torino alla fine di Agosto 1919.
Il Presidente F.Ruffini
Il Dirett.re Seg.rio Cesare M. Clementi
Lettera da Società promotrice delle Belle Arti di Torino
Trascrizione
Torino, 24 Marzo 1919
Ill.mo Professore Sacheri Giuseppe – Sturla – Genova
La Direzione di questa Società ha l’onore di invitare V.S. ad esporre due delle sue Opere alla solenne Esposizione Nazionale di Belle Arti che sarà inaugurata in Torino alla fine di Agosto 1919.
Il Presidente F.Ruffini
Il Dirett.re Seg.rio Cesare M. Clementi
Società di Belle Arti di Firenze
Lettera da Società di Belle Arti di Firenze
Lettera da Società di Belle Arti di Firenze
CARTIGNONI JOSÈ
Titolare del Salon Chandler a Buenos Aires
Lettera da Josè y Carlos Cartignoni - San Martin 620 - Buenos Aires
Buenos Aires, 5/9/1921
Egregio Signore,
Abbiamo ricevuta la Sua pregiata del 24 Marzo passato, e preghiamo ci voglia scusare l´involontario ritardo della nostra risposta.
Siamo stati aspettando momenti più propizi per gli acquisti dei quadri di opere di arte, a fine di poter concretare qualche cosa rispetto alla sua proposta; ma siccome ancora non si nota nessuna reazione favorevole, opiniamo sarebbe conveniente aspettare ancora un po' di tempo prima di mettere in pratica il suo progetto.
"Los estancieros", le persone agiate che maggiormente si occupano di collezionare, passano per momenti difficili a causa della paralizzazione dei frigorifici; ed il resto dei compratori, solo aspettano queste occasioni, con lo scopo di speculare più tardi.
Conosciamo questa tramitazione per la collocazione dei quadri nei suoi minimi dettagli; alcune esposizioni particolari hanno fracassato e le vendite all'asta, risultano veri disastri.
Di qualunque modo, stiamo completamente a Sua disposizione per tutto quello che abbia piacere di ordinare, con la sicurezza che qualsiasi assunto referente a questo o ad altro motivo, avrà sempre la nostra più grande attenzione.
In attesa, gradisca i nostri più distinti saluti.
José y Carlos A. Cartignoni
Titolare del Salon Chandler a Buenos Aires
Lettera da Josè y Carlos Cartignoni - San Martin 620 - Buenos Aires
Buenos Aires, 5/9/1921
Egregio Signore,
Abbiamo ricevuta la Sua pregiata del 24 Marzo passato, e preghiamo ci voglia scusare l´involontario ritardo della nostra risposta.
Siamo stati aspettando momenti più propizi per gli acquisti dei quadri di opere di arte, a fine di poter concretare qualche cosa rispetto alla sua proposta; ma siccome ancora non si nota nessuna reazione favorevole, opiniamo sarebbe conveniente aspettare ancora un po' di tempo prima di mettere in pratica il suo progetto.
"Los estancieros", le persone agiate che maggiormente si occupano di collezionare, passano per momenti difficili a causa della paralizzazione dei frigorifici; ed il resto dei compratori, solo aspettano queste occasioni, con lo scopo di speculare più tardi.
Conosciamo questa tramitazione per la collocazione dei quadri nei suoi minimi dettagli; alcune esposizioni particolari hanno fracassato e le vendite all'asta, risultano veri disastri.
Di qualunque modo, stiamo completamente a Sua disposizione per tutto quello che abbia piacere di ordinare, con la sicurezza che qualsiasi assunto referente a questo o ad altro motivo, avrà sempre la nostra più grande attenzione.
In attesa, gradisca i nostri più distinti saluti.
José y Carlos A. Cartignoni
Elpidio Piccoli
Cartolina postale da Elpidio Piccoli presso Agenzia Stampa Italiana – Praga (Cecoslovacchia)
Trascrizione
Vienna, 27 Novembre 1921
Ill.mo Pittore,
Ho il piacere di comunicarle che sono stati acquistati dodici dei suoi lavori; sennonché, date le condizioni finanziarie dell’Austria, essendo i prezzi in lire italiane esorbitanti per gli austriaci, qualche quadro suo lo cedetti per un prezzo lievemente inferiore a quello da lei fissatomi. Non ho ancora ricevuto il pagamento: mi sarà fatto a Praga fra una quindicina di giorni. Le scriverò ancora comunicandole i numeri e i relativi prezzi dei quadri acquistati. Ora tutte le opere sono in viaggio per Praga dove apriremo la nostra esposizione per il giorno 8 Dicembre in locali adattissimi. Forse poi andremo a Berlino e Copenaghen. Tutti i giornali viennesi hanno pubblicato lunghi articoli: le opere sue sono state molto elogiate. Il nostro Movimento tra non molto sarà internazionale; il crescente successo che otteniamo ci fa sperare grandi cose. Credo che nel numero di Novembre dell’ "Emporium" vi sia un mio articolo; lo legga ché tratta anche di lei.
Il Secolo, il Corriere, il Piccolo di Trieste, l’Avvenire d’Italia di Bologna, l’Arena e il Corriere del Mattino di Verona, il Piccolo di Parma ed altri giornali hanno pubblicato lunghi articoli nei quali è ripetuto il suo nome. E l’Azione di Genova ? Mi scriva a Praga.
Ossequi e congratulazioni. Scusi se le scrivo con la matita.
Elpidio Piccoli
Cartolina postale da Elpidio Piccoli presso Agenzia Stampa Italiana – Praga (Cecoslovacchia)
Trascrizione
Vienna, 27 Novembre 1921
Ill.mo Pittore,
Ho il piacere di comunicarle che sono stati acquistati dodici dei suoi lavori; sennonché, date le condizioni finanziarie dell’Austria, essendo i prezzi in lire italiane esorbitanti per gli austriaci, qualche quadro suo lo cedetti per un prezzo lievemente inferiore a quello da lei fissatomi. Non ho ancora ricevuto il pagamento: mi sarà fatto a Praga fra una quindicina di giorni. Le scriverò ancora comunicandole i numeri e i relativi prezzi dei quadri acquistati. Ora tutte le opere sono in viaggio per Praga dove apriremo la nostra esposizione per il giorno 8 Dicembre in locali adattissimi. Forse poi andremo a Berlino e Copenaghen. Tutti i giornali viennesi hanno pubblicato lunghi articoli: le opere sue sono state molto elogiate. Il nostro Movimento tra non molto sarà internazionale; il crescente successo che otteniamo ci fa sperare grandi cose. Credo che nel numero di Novembre dell’ "Emporium" vi sia un mio articolo; lo legga ché tratta anche di lei.
Il Secolo, il Corriere, il Piccolo di Trieste, l’Avvenire d’Italia di Bologna, l’Arena e il Corriere del Mattino di Verona, il Piccolo di Parma ed altri giornali hanno pubblicato lunghi articoli nei quali è ripetuto il suo nome. E l’Azione di Genova ? Mi scriva a Praga.
Ossequi e congratulazioni. Scusi se le scrivo con la matita.
Elpidio Piccoli
Pirro Zani
Lettera da Pirro Zani – Montevideo
Lettera da Pirro Zani – Montevideo
La Quadriennale – Torino
Ministero dell’Istruzione – Roma
Associazione Nazionale degli Artisti – Firenze
Lettera di nomina a Socio dall’Associazione Nazionale degli Artisti – Firenze
Associazione Nazionale per i Paesaggi ed i Monumenti Pittoreschi d’Italia – Bologna
SACHERI OSCAR
Cultore d´Arte . Buenos Ayres
Lettera intestata: Dr. Oscar Sacheri, Abogado – Corrientes
Corrientes, 21 Maggio 1926
Sig. Prof. Giuseppe Sacheri - Buenos Ayres
Egregio Signore,
Con vera sorpresa e compiacenza ho letto nei giornali di B. Ayres, il trionfo artistico ottenuto colla esposizione dei suoi lavori nella galleria Chandler. Compiacenza perché la critica artistica e severa di B. Ayres, premia gli affanni e i meriti d'un artista italiano, che attraverso i mari ci porta un esponente di cultura di quella terra unita alla nostra per tradizione e per sangue, e per il progresso materiale e spirituale che hanno recato i suoi figli, facendo di questa Argentina una figlia diletta.
Sorpresa, perché questa volta l'ambasciatore della cultura artistica porta il medesimo cognome. Questa coincidenza mi fa pensare che ci sia tra noi qualche vincolo più stretto che la semplice ammirazione al talento ed all´arte.
Avrei così moltissimo piacere di conoscere se lei è parente dei Sacheri di Garessio. Mio padre Pietro Sacheri figlio di Antonio Sacheri, da trent'anni si trova in America, figlio di artista fino ad oggi seguita ad insegnare la musica e la composizione. I suoi fratelli Giuseppe Sacheri di Mondovì, e Vittorio Sacheri radicato in Torino anche furono musici, ormai spariti.
Mai avemmo notizia di altri Sacheri, ed è con non poca ansietà che aspetto insieme ai miei la sua risposta.
Di tutti i modi riceva le nostre più care felicitazioni per il suo trionfo, e i voti di stimazione da chi scrive.
Oscar Sacheri
P.S. La ringrazierei se mi spedisse un catalogo dei lavori esposti, per averne un grato ricordo.
Cultore d´Arte . Buenos Ayres
Lettera intestata: Dr. Oscar Sacheri, Abogado – Corrientes
Corrientes, 21 Maggio 1926
Sig. Prof. Giuseppe Sacheri - Buenos Ayres
Egregio Signore,
Con vera sorpresa e compiacenza ho letto nei giornali di B. Ayres, il trionfo artistico ottenuto colla esposizione dei suoi lavori nella galleria Chandler. Compiacenza perché la critica artistica e severa di B. Ayres, premia gli affanni e i meriti d'un artista italiano, che attraverso i mari ci porta un esponente di cultura di quella terra unita alla nostra per tradizione e per sangue, e per il progresso materiale e spirituale che hanno recato i suoi figli, facendo di questa Argentina una figlia diletta.
Sorpresa, perché questa volta l'ambasciatore della cultura artistica porta il medesimo cognome. Questa coincidenza mi fa pensare che ci sia tra noi qualche vincolo più stretto che la semplice ammirazione al talento ed all´arte.
Avrei così moltissimo piacere di conoscere se lei è parente dei Sacheri di Garessio. Mio padre Pietro Sacheri figlio di Antonio Sacheri, da trent'anni si trova in America, figlio di artista fino ad oggi seguita ad insegnare la musica e la composizione. I suoi fratelli Giuseppe Sacheri di Mondovì, e Vittorio Sacheri radicato in Torino anche furono musici, ormai spariti.
Mai avemmo notizia di altri Sacheri, ed è con non poca ansietà che aspetto insieme ai miei la sua risposta.
Di tutti i modi riceva le nostre più care felicitazioni per il suo trionfo, e i voti di stimazione da chi scrive.
Oscar Sacheri
P.S. La ringrazierei se mi spedisse un catalogo dei lavori esposti, per averne un grato ricordo.
BROCCHI VIRGILIO
VIRGILIO BROCCHI (Orvinio, 19 gennaio 1876 – Genova, 1961) è stato uno scrittore italiano.
Fu autore nella prima età del XX secolo, di una serie di romanzi destinati al grande pubblico che riscossero un discreto successo. I romanzi, scritti e pubblicati al ritmo di circa uno all´anno, furono le versione dell´epoca, dell´attuale "best seller".
Di dichiarata fede socialista fu molto vicino ad esponenti di spicco di questa corrente politica fra i quali Filippo Turati d Anna Kuliscioff.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita in Liguria, sulle alture sopra Nervi.
Amico di Sacheri.
CP6 lettera intestata ACCADEMIA MONDADORI
Nervi, 20 – XI – 1927
Mio caro amico,
Le scrivo tremando di dolore con un senso di smarrimento che ancora mi permette di sperare che la nostra sventura non sia vera.
Pochi minuti fa mia figlia, aprendo il Lavoro – che vediamo per la prima volta dopo il mio ritorno da Milano – ha letto e mi ha indicato il sonetto che piange la morte di Alessandro. Nulla prima avevo saputo, neppure che egli fosse gravemente malato: non questo aggrava il mio dolore, che sarebbe lo stesso acutissimo e profondo; ma dall'indiretto annuncio fulmineo e inaspettato mi viene questo sbigottimento che mi fa tremare il cuore.
Mi dica una parola; mi dica qualche cosa del fratello nostro così buono, e generoso e fedele a se stesso, così degno di essere amato, e che ha tanto sofferto; e mi dica anche che non ha dubitato di me, se pure nell´ora più tremenda io non fui vicino alla vostra angoscia neppure con una parola.
La prego di partecipare il mio desolato cordoglio alla vedova e ai figli di Sandro.
E mi permetta di abbracciarla.
Il suo Virgilio Brocchi
VIRGILIO BROCCHI (Orvinio, 19 gennaio 1876 – Genova, 1961) è stato uno scrittore italiano.
Fu autore nella prima età del XX secolo, di una serie di romanzi destinati al grande pubblico che riscossero un discreto successo. I romanzi, scritti e pubblicati al ritmo di circa uno all´anno, furono le versione dell´epoca, dell´attuale "best seller".
Di dichiarata fede socialista fu molto vicino ad esponenti di spicco di questa corrente politica fra i quali Filippo Turati d Anna Kuliscioff.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita in Liguria, sulle alture sopra Nervi.
Amico di Sacheri.
CP6 lettera intestata ACCADEMIA MONDADORI
Nervi, 20 – XI – 1927
Mio caro amico,
Le scrivo tremando di dolore con un senso di smarrimento che ancora mi permette di sperare che la nostra sventura non sia vera.
Pochi minuti fa mia figlia, aprendo il Lavoro – che vediamo per la prima volta dopo il mio ritorno da Milano – ha letto e mi ha indicato il sonetto che piange la morte di Alessandro. Nulla prima avevo saputo, neppure che egli fosse gravemente malato: non questo aggrava il mio dolore, che sarebbe lo stesso acutissimo e profondo; ma dall'indiretto annuncio fulmineo e inaspettato mi viene questo sbigottimento che mi fa tremare il cuore.
Mi dica una parola; mi dica qualche cosa del fratello nostro così buono, e generoso e fedele a se stesso, così degno di essere amato, e che ha tanto sofferto; e mi dica anche che non ha dubitato di me, se pure nell´ora più tremenda io non fui vicino alla vostra angoscia neppure con una parola.
La prego di partecipare il mio desolato cordoglio alla vedova e ai figli di Sandro.
E mi permetta di abbracciarla.
Il suo Virgilio Brocchi
CP1
Cartolina postale intestata "Casa Editrice A. Mondadori"
Siena, Albergo dell'Aquila nera, 27/4/1931
Caro amico,
verrò a Milano per l'inaugurazione della sua mostra; e sarà così doppio il piacere di vederla. Gli amici che mi sono restati nella stampa sono pochissimi; ma a quei pochi scriverò subito. Intanto ho già scritto a V. B. (Vincenzo Bucci) del Corriere della Sera. Spero che giovi.
Mi ricordi alla sua famiglia e si abbia una cordiale stretta di mano
dal suo Virgilio Brocchi
FERRARI CARLO
Amico del pittore G. Sacheri
CP2
Lettera da Carlo Ferrari
Roma, 4/2/927
Mio carissimo Sacheri,
Che gran bel giorno quello in cui la& scienza sarà così progredita da convertire le nostre facoltà spirituali personali in apparecchi di trasmissione senza filo, senza carta e senza inchiostro, del nostro pensiero alle persone cui vogliamo bene! Un tal giorno io non vedrò purtroppo, e me ne dolgo, perché, se già fosse giunto, io non avrei sulla coscienza il peso e il rimorso di tante mancanze che ho commesso e che, ahimé! credo seguiterò a commettere, per non aver potuto o saputo comunicare subito e chi avrei pur voluto, i miei sentimenti, col sistema – che un giorno si dirà passatista – della corrispondenza epistolare! Mancanze di questo genere so di averne sull´animo parecchie verso di te perché, pare impossibile, sono sempre i migliori amici le vittime dei nostri difetti! e la piú grossa é quest´ultima, di non aver replicato immediatamente, come sentivo di dover fare, e avrei fatto se fossi stato dotato di quel tale apparecchio trasmissore del secolo 2000, alla prima lettera pervenutami appena dopo la tua partenza da Roma.
Altro che una gaffe, come tu nella tua squisita bontà di animo temevi aver commesso! La mia é stata una mancanza direi quasi delittuosa, per quanto non priva di qualche scusante, come ti dirò appresso, se considero che le tue troppo indulgenti espressioni a mio riguardo ebbero veramente a commuovermi, in ragione appunto del fatto che proprio sentivo di non meritarle! E volevo allora risponderti subito, (e mi vergogno di farlo appena adesso!) semplicemente questo: che nello specchio luminoso dell´animo tuo avevi visto riflessa la tua immagine che, per un incosciente equivoco, dovuto alla tua bontà, avevi scambiato per la mia... attribuendomi la qualità che sono tue!
E basta così, e grazie di cuore, non per il giudizio troppo lusinghiero che purtroppo non risponde a verità, ma per il sentimento amichevole che ti ha mosso, al quale tengo soprattutto.
Finito questo forse troppo lungo esordio che la mia colpevolezza esigeva, debbo dirti – a mia parziale scusa – che, subito dopo la tua partenza, il piacere grande che ci procurò la tua breve permanenza fra noi fu da me scontato con una serie di fastidi e dispiaceri procuratimi da un mio inquilino del piano terreno – un argentino – scultore, credo, di ........... ( non ho però visto nulla di suo), ma nevrastenico, anzi addirittura pazzoide, col quale siamo finiti a rapporti così acidi e irritanti (e tu sai se questo é contro il mio temperamento!) da dover venire alla risoluzione del contratto di locazione dopo appena 4 mesi di permanenza. E la ragione – o per meglio dire il pretesto – da parte sua, é stato semplicemente quello che nello studio (annesso all´appartamento) non poteva avere, con l´impianto esistente di termosifone, una temperatura costante tale da poter tenere il modello nudo tutta la giornata. E tu sai che per questo occorrono piú di 20 gradi, mentre io non potevo assolutamente assicurare che una media di 18 al piú: temperatura gradevolissima per una casa, ma certo non sufficiente per chi stia fermo e nudo.
Egli però, per le sue speciale esigenze scultoriche, avrebbe potuto benissimo rimediare aggiungendo, nello studio, una stufa a legna – ciò che avrei anche fatto io stesso – ma s´é intestato a pretendere che io avrei dovuto cambiare la caldaia del termosifone (almeno 10.000 lire di spesa!) mentre l´attuale funziona benissimo e così ho preferito levarmi di torno un inquilino insopportabile consentendogli la risoluzione del contratto. Del resto, che il suo fosse un pretesto lo prova il fatto che egli lascia l´Italia per trasferirsi in Germania. Ma, ripeto, non puoi credere quanti fastidi mi ha procurato questa faccenda, oltre al pensiero di trovare un nuovo inquilino, ciò che fortunatamente é successo ieri: e speriamo con migliore fortuna!
A questa ragione di fatto del mio ritardo nel risponderti (io non so mettermi a fare della corrispondenza piacevole quando sono nervoso per seccature non volute) debbo anche aggiungere che non volevo scriverti senza poterti dare qualche buona notizia riguardo ai 12 tuoi piccoli dipinti lasciati a Giosi (?) e al 13° che ho io e che conto di poterti collocare presso un mio vicino. Ma questi ha dovuto assentarsi per la malattia della vecchia madre e non ne parleremo che al suo ritorno in Roma, spero prossimo.
Giosi che ho visto ieri l´altro, mi ha detto che é in parola per collocare tutto il gruppo: speriamo che anche questa rosa fiorirà presto; ma certo il momento per l´arte moderna é – almeno qui a Roma – assai difficile: un po´ perché vi sono troppe esposizioni, un po´ perché la voga per la clientela ricca straniera é volta ai quadri e oggetti d´arte antichi. Ma non dubitare che io vigilo per te!
Ricevetti i due giornali torinesi e trovo molto giusti i due articoli , per l´arte veramente un po´ osteriale (?) di Izolli e quella leggera e un po´ cocottesca di Longo Mancini. Anche i giudizi per le tue opere in sostanza sono giusti e credo ti avranno abbastanza soddisfatto.
Mandami sempre, quando puoi, notizie dei tuoi lavori che amo seguire.
Ebbi la partecipazione del matrimonio (?): anche per questo volevo scriverti subito per rinnovare i nostri fervidi auguri; non contavo di riunire tutto in una sola epistola che, secondo il mio desiderio, avrebbe dovuto partire di qui da tanti giorni!
Basta, io spero che questa mia, scribacchiata in tutta fretta, (perché la tua carissima del 2 esigeva una risposta sollecita) basterà a dissipare ogni tua preoccupazione: ma ci voleva veramente le tua bontà e gentilezza perché ti venissero i dubbi adombrati nella tua lettera! Scusa la forma frammentaria, perché non pensavo di affliggerti con uno scritto così lungo. Io sono, é vero, un pessimo e infingardo corrispondente, ma sono un po´ come quelli che si fanno pregare per mettersi al pianoforte e poi quando vi sono non la finiscono piú....
Vendicati nobilmente scrivendomi presto e a lungo e parlandomi dei tuoi fatti e propositi d´arte.
Ora che ti sei levato i pensieri del matrimonio della figliola sarai, credo piú tranquillo. Quando vi sarete stabiliti a Pianfei verrò a trovarvi. Intanto ricordati che hai sempre in Roma un rifugio amichevole e fedele.
Mille cose cordialissime ai tuoi cari anche da parte delle mia due donnette e a te un abbraccio dall´amico
Carlo Ferrari
Amico del pittore G. Sacheri
CP2
Lettera da Carlo Ferrari
Roma, 4/2/927
Mio carissimo Sacheri,
Che gran bel giorno quello in cui la& scienza sarà così progredita da convertire le nostre facoltà spirituali personali in apparecchi di trasmissione senza filo, senza carta e senza inchiostro, del nostro pensiero alle persone cui vogliamo bene! Un tal giorno io non vedrò purtroppo, e me ne dolgo, perché, se già fosse giunto, io non avrei sulla coscienza il peso e il rimorso di tante mancanze che ho commesso e che, ahimé! credo seguiterò a commettere, per non aver potuto o saputo comunicare subito e chi avrei pur voluto, i miei sentimenti, col sistema – che un giorno si dirà passatista – della corrispondenza epistolare! Mancanze di questo genere so di averne sull´animo parecchie verso di te perché, pare impossibile, sono sempre i migliori amici le vittime dei nostri difetti! e la piú grossa é quest´ultima, di non aver replicato immediatamente, come sentivo di dover fare, e avrei fatto se fossi stato dotato di quel tale apparecchio trasmissore del secolo 2000, alla prima lettera pervenutami appena dopo la tua partenza da Roma.
Altro che una gaffe, come tu nella tua squisita bontà di animo temevi aver commesso! La mia é stata una mancanza direi quasi delittuosa, per quanto non priva di qualche scusante, come ti dirò appresso, se considero che le tue troppo indulgenti espressioni a mio riguardo ebbero veramente a commuovermi, in ragione appunto del fatto che proprio sentivo di non meritarle! E volevo allora risponderti subito, (e mi vergogno di farlo appena adesso!) semplicemente questo: che nello specchio luminoso dell´animo tuo avevi visto riflessa la tua immagine che, per un incosciente equivoco, dovuto alla tua bontà, avevi scambiato per la mia... attribuendomi la qualità che sono tue!
E basta così, e grazie di cuore, non per il giudizio troppo lusinghiero che purtroppo non risponde a verità, ma per il sentimento amichevole che ti ha mosso, al quale tengo soprattutto.
Finito questo forse troppo lungo esordio che la mia colpevolezza esigeva, debbo dirti – a mia parziale scusa – che, subito dopo la tua partenza, il piacere grande che ci procurò la tua breve permanenza fra noi fu da me scontato con una serie di fastidi e dispiaceri procuratimi da un mio inquilino del piano terreno – un argentino – scultore, credo, di ........... ( non ho però visto nulla di suo), ma nevrastenico, anzi addirittura pazzoide, col quale siamo finiti a rapporti così acidi e irritanti (e tu sai se questo é contro il mio temperamento!) da dover venire alla risoluzione del contratto di locazione dopo appena 4 mesi di permanenza. E la ragione – o per meglio dire il pretesto – da parte sua, é stato semplicemente quello che nello studio (annesso all´appartamento) non poteva avere, con l´impianto esistente di termosifone, una temperatura costante tale da poter tenere il modello nudo tutta la giornata. E tu sai che per questo occorrono piú di 20 gradi, mentre io non potevo assolutamente assicurare che una media di 18 al piú: temperatura gradevolissima per una casa, ma certo non sufficiente per chi stia fermo e nudo.
Egli però, per le sue speciale esigenze scultoriche, avrebbe potuto benissimo rimediare aggiungendo, nello studio, una stufa a legna – ciò che avrei anche fatto io stesso – ma s´é intestato a pretendere che io avrei dovuto cambiare la caldaia del termosifone (almeno 10.000 lire di spesa!) mentre l´attuale funziona benissimo e così ho preferito levarmi di torno un inquilino insopportabile consentendogli la risoluzione del contratto. Del resto, che il suo fosse un pretesto lo prova il fatto che egli lascia l´Italia per trasferirsi in Germania. Ma, ripeto, non puoi credere quanti fastidi mi ha procurato questa faccenda, oltre al pensiero di trovare un nuovo inquilino, ciò che fortunatamente é successo ieri: e speriamo con migliore fortuna!
A questa ragione di fatto del mio ritardo nel risponderti (io non so mettermi a fare della corrispondenza piacevole quando sono nervoso per seccature non volute) debbo anche aggiungere che non volevo scriverti senza poterti dare qualche buona notizia riguardo ai 12 tuoi piccoli dipinti lasciati a Giosi (?) e al 13° che ho io e che conto di poterti collocare presso un mio vicino. Ma questi ha dovuto assentarsi per la malattia della vecchia madre e non ne parleremo che al suo ritorno in Roma, spero prossimo.
Giosi che ho visto ieri l´altro, mi ha detto che é in parola per collocare tutto il gruppo: speriamo che anche questa rosa fiorirà presto; ma certo il momento per l´arte moderna é – almeno qui a Roma – assai difficile: un po´ perché vi sono troppe esposizioni, un po´ perché la voga per la clientela ricca straniera é volta ai quadri e oggetti d´arte antichi. Ma non dubitare che io vigilo per te!
Ricevetti i due giornali torinesi e trovo molto giusti i due articoli , per l´arte veramente un po´ osteriale (?) di Izolli e quella leggera e un po´ cocottesca di Longo Mancini. Anche i giudizi per le tue opere in sostanza sono giusti e credo ti avranno abbastanza soddisfatto.
Mandami sempre, quando puoi, notizie dei tuoi lavori che amo seguire.
Ebbi la partecipazione del matrimonio (?): anche per questo volevo scriverti subito per rinnovare i nostri fervidi auguri; non contavo di riunire tutto in una sola epistola che, secondo il mio desiderio, avrebbe dovuto partire di qui da tanti giorni!
Basta, io spero che questa mia, scribacchiata in tutta fretta, (perché la tua carissima del 2 esigeva una risposta sollecita) basterà a dissipare ogni tua preoccupazione: ma ci voleva veramente le tua bontà e gentilezza perché ti venissero i dubbi adombrati nella tua lettera! Scusa la forma frammentaria, perché non pensavo di affliggerti con uno scritto così lungo. Io sono, é vero, un pessimo e infingardo corrispondente, ma sono un po´ come quelli che si fanno pregare per mettersi al pianoforte e poi quando vi sono non la finiscono piú....
Vendicati nobilmente scrivendomi presto e a lungo e parlandomi dei tuoi fatti e propositi d´arte.
Ora che ti sei levato i pensieri del matrimonio della figliola sarai, credo piú tranquillo. Quando vi sarete stabiliti a Pianfei verrò a trovarvi. Intanto ricordati che hai sempre in Roma un rifugio amichevole e fedele.
Mille cose cordialissime ai tuoi cari anche da parte delle mia due donnette e a te un abbraccio dall´amico
Carlo Ferrari
ZANZI EMILIO
Critico d’Arte, varesino. Scrisse su Gazzetta del Popolo nel 1927 alcuni commenti sul monumento a Garibaldi, in fase di esecuzione a Savona, su progetto di Leonardo Bistolfi.
CP1
lettera da Redazione della "Gazzetta del Popolo"
Torino, 21 Gennaio 1927
Illustre Signore,
La ringrazio, e di cuore, delle parole gentili, che non merito. Ho scritto, come è mia abitudine, con sincerità, come dettava dentro la commozione. Non gli artisti, ma il pubblico e i cronisti d'arte - che sono una piccola parte del pubblico e, spero ne migliore ne piì gentile - debbono ringraziare. Gli artisti danno generalmente la loro fatica, lenta e dolorosa, e spesso a loro toccano colpi d'ascia – e peggio – dai suberbiosi scribacchini, aristerchi incompetenti e insensibili.
Cronista d'arte, io sono sempre consolato quando – di raro – mi avvenne di poter scrivere e rilevare al traviatissimo pubblico opere di bellezza e di verità, nel solco della tradizione italiana.
La ringrazio anche della rettifica. A Cuneo, visitando, la scorsa estate, la bella Prima Mostra Provinciale insieme a Grosso e a Bistolfi, gli amici di lassì mi assicuravano essere Ella figlio della "provincia grande", così bene cantata in certi verdi freschi delle praterie, nelle cantanti acque dei rivi e nel pacato splendore del cielo subalpino.
Piemontese lo credevo per l‘amore a certi sfondi di pianura segnati da filari di gelsi e di pioppi sotto le vaganti nubi: e ne scrissi anche in un‘articolo per l‘Emporium, che forse Le sarà sfuggito. Se lo desiderasse glielo farei tenere.
Se ho errato nella... fede di nascita, spero di non aver troppo errato nei rilievi di carattere estetico. Da anni seguo con rispettosa cura e devozione l‘opera sua, specie nelle opere non al chiaro di luna. Nei quadri mattutini e solari trovo una piì acuta e profonda indagine del paese, del genio del luogo e della fisionomia spirituale di certi angoli di campagna e di spiaggia. Ella, a mio modesto parere, semina e raccoglie, con spirito e stile personali, nel solco fecondo dell‘amico Fontanesi.
Desidero conoscerla di persona e conoscere gli inediti della sua fatica.
Mi abbia, con devozione
Suo Emilio Zanzi
Critico d’Arte, varesino. Scrisse su Gazzetta del Popolo nel 1927 alcuni commenti sul monumento a Garibaldi, in fase di esecuzione a Savona, su progetto di Leonardo Bistolfi.
CP1
lettera da Redazione della "Gazzetta del Popolo"
Torino, 21 Gennaio 1927
Illustre Signore,
La ringrazio, e di cuore, delle parole gentili, che non merito. Ho scritto, come è mia abitudine, con sincerità, come dettava dentro la commozione. Non gli artisti, ma il pubblico e i cronisti d'arte - che sono una piccola parte del pubblico e, spero ne migliore ne piì gentile - debbono ringraziare. Gli artisti danno generalmente la loro fatica, lenta e dolorosa, e spesso a loro toccano colpi d'ascia – e peggio – dai suberbiosi scribacchini, aristerchi incompetenti e insensibili.
Cronista d'arte, io sono sempre consolato quando – di raro – mi avvenne di poter scrivere e rilevare al traviatissimo pubblico opere di bellezza e di verità, nel solco della tradizione italiana.
La ringrazio anche della rettifica. A Cuneo, visitando, la scorsa estate, la bella Prima Mostra Provinciale insieme a Grosso e a Bistolfi, gli amici di lassì mi assicuravano essere Ella figlio della "provincia grande", così bene cantata in certi verdi freschi delle praterie, nelle cantanti acque dei rivi e nel pacato splendore del cielo subalpino.
Piemontese lo credevo per l‘amore a certi sfondi di pianura segnati da filari di gelsi e di pioppi sotto le vaganti nubi: e ne scrissi anche in un‘articolo per l‘Emporium, che forse Le sarà sfuggito. Se lo desiderasse glielo farei tenere.
Se ho errato nella... fede di nascita, spero di non aver troppo errato nei rilievi di carattere estetico. Da anni seguo con rispettosa cura e devozione l‘opera sua, specie nelle opere non al chiaro di luna. Nei quadri mattutini e solari trovo una piì acuta e profonda indagine del paese, del genio del luogo e della fisionomia spirituale di certi angoli di campagna e di spiaggia. Ella, a mio modesto parere, semina e raccoglie, con spirito e stile personali, nel solco fecondo dell‘amico Fontanesi.
Desidero conoscerla di persona e conoscere gli inediti della sua fatica.
Mi abbia, con devozione
Suo Emilio Zanzi
Julio Fossa Calderón
CP8
Cartolina del pittore Fossa Calderón inviata da Parigi a G. S. – Pianfei
(la cartolina riproduce un dipinto di J.E. Fossa–Calderon intitolato "En famille" esposto al Salon des Artistes Français 1928 – Paris)
"Paris, le 22 Juin 1928
Cher Monsieur et Ami,
Nous avons appris par notre cher ami Varrando la médaille qui vous a èté offerte par le Conseil des Beaux Art. Nous nous réjouissons, ma femme et mois de vos succès, et nous vous en félicitons de tout coeur.
En vous priant de pré nos hommages à Madame Sacheri et À vos enfants, recevez Cher Ami, avec nos felicitations, nos salutations les plus distingué
J.E. FossaCalderón"
CP8
Cartolina del pittore Fossa Calderón inviata da Parigi a G. S. – Pianfei
(la cartolina riproduce un dipinto di J.E. Fossa–Calderon intitolato "En famille" esposto al Salon des Artistes Français 1928 – Paris)
"Paris, le 22 Juin 1928
Cher Monsieur et Ami,
Nous avons appris par notre cher ami Varrando la médaille qui vous a èté offerte par le Conseil des Beaux Art. Nous nous réjouissons, ma femme et mois de vos succès, et nous vous en félicitons de tout coeur.
En vous priant de pré nos hommages à Madame Sacheri et À vos enfants, recevez Cher Ami, avec nos felicitations, nos salutations les plus distingué
J.E. FossaCalderón"
CP3
Cartolina del pittore Fossa Calderón inviata da Parigi a G. S. – Pianfei
(la cartolina riproduce un dipinto di J.E. Fossa–Calderón intitolato "Beatrix" esposto al Salon des Artistes Français 1930 – Paris)
"A Monsieur et Madame G. Sacheri en hommage d’amitié.
J.E. FossaCalderón
Paris, le 7 Mai 1930"
Cartolina del pittore Fossa Calderón inviata da Parigi a G. S. – Pianfei
(la cartolina riproduce un dipinto di J.E. Fossa–Calderón intitolato "Beatrix" esposto al Salon des Artistes Français 1930 – Paris)
"A Monsieur et Madame G. Sacheri en hommage d’amitié.
J.E. FossaCalderón
Paris, le 7 Mai 1930"
Corrispondenza con Alice Galimberti
Alice Galimberti Schanzer nasce a Vienna il 18 novembre del 1873 da Luigi Schanzer, finanziere di fama internazionale, e Amalia Grunberg. Vive a Trieste, a Milano poi a Roma, dove frequenta le scuole superiori e l’università. A La Sapienza studia letteratura e segue i corsi di storia dell’arte di Adolfo Venturi. Conosciuto Tancredi Galimberti, allora ministro delle Poste del governo Zanardelli, considerato il "delfino di Giolitti", lo sposa nel 1902. L’anno successivo si trasferisce con lui a Cuneo, dove nascono i due figli, Carlo Enrico e Tancredi (Duccio), e dove prosegue la sua intensa attività letteraria e poetica.
Ora, Piazza Duccio Galimberti. Figlio di Alice del Sen. Tancredi Galimberti, avvocato, antifascista e comandante partigiano, fu fucilato dai fascisti nel dicembre del 1944.
Trascrizione
Pianfei, 26 Aprile 1928
Illustre Signora,
Sarò ben lieto se domenica nel pomeriggio avrò il piacere di rivederla e di discorrere un poco nel natio vialetto (?) col suo signor marito.
Se arrivano dalla Chiusa io mi troverò sul loro cammino così verranno senza noie allo studio; ad ogni buon fine l’indirizzo e Borgata Ambrosi – Pianfei.
Ad entrambi i miei ossequi.
Dev.mo G. Sacheri
Alice Galimberti Schanzer nasce a Vienna il 18 novembre del 1873 da Luigi Schanzer, finanziere di fama internazionale, e Amalia Grunberg. Vive a Trieste, a Milano poi a Roma, dove frequenta le scuole superiori e l’università. A La Sapienza studia letteratura e segue i corsi di storia dell’arte di Adolfo Venturi. Conosciuto Tancredi Galimberti, allora ministro delle Poste del governo Zanardelli, considerato il "delfino di Giolitti", lo sposa nel 1902. L’anno successivo si trasferisce con lui a Cuneo, dove nascono i due figli, Carlo Enrico e Tancredi (Duccio), e dove prosegue la sua intensa attività letteraria e poetica.
Ora, Piazza Duccio Galimberti. Figlio di Alice del Sen. Tancredi Galimberti, avvocato, antifascista e comandante partigiano, fu fucilato dai fascisti nel dicembre del 1944.
Trascrizione
Pianfei, 26 Aprile 1928
Illustre Signora,
Sarò ben lieto se domenica nel pomeriggio avrò il piacere di rivederla e di discorrere un poco nel natio vialetto (?) col suo signor marito.
Se arrivano dalla Chiusa io mi troverò sul loro cammino così verranno senza noie allo studio; ad ogni buon fine l’indirizzo e Borgata Ambrosi – Pianfei.
Ad entrambi i miei ossequi.
Dev.mo G. Sacheri
CP2
Pianfei, 4 Maggio 1928
Illustre Signora,
Mi faccio un dovere di avvisarla che domenica 6 corrente sarò a Genova: ciò per evitare la possibilità di una gita infruttuosa. Ma: "quod differtur non aufertur" spero che in qualche ventura domenica, piena di sole, avrò l'onore della loro visita.
Col massimo assequio.
Dev.mo G. Sacheri
Pianfei, 4 Maggio 1928
Illustre Signora,
Mi faccio un dovere di avvisarla che domenica 6 corrente sarò a Genova: ciò per evitare la possibilità di una gita infruttuosa. Ma: "quod differtur non aufertur" spero che in qualche ventura domenica, piena di sole, avrò l'onore della loro visita.
Col massimo assequio.
Dev.mo G. Sacheri
CP3
Pianfei, 18 Maggio 1928
Illustre Signora,
Vedendo finalmente il tempo ristabilito domani sabato andrò a Milano dove mi fermerò sino a martedì.
Le scrivo perché il sole non faccia coincidere in quei giorni la loro gita a Pianfei.
Ossequi.
Dev. G. Sacheri
Pianfei, 18 Maggio 1928
Illustre Signora,
Vedendo finalmente il tempo ristabilito domani sabato andrò a Milano dove mi fermerò sino a martedì.
Le scrivo perché il sole non faccia coincidere in quei giorni la loro gita a Pianfei.
Ossequi.
Dev. G. Sacheri
CP4
Pianfei, 6 Agosto 1928
Illustre Signora,
Avendo dovuto ospitare diversi parenti sono rimasto a Pianfei. La sarò ben grato di una sua visita al mio studio che ora è ricco di molti lavori. Sarà però bene che Lei si compiaccia di avvisarmene perché non si dia la combinazione che io sia per campagna.
Ossequi a Lei e Suo signor marito
dal dv.mo G. Sacheri
Pianfei, 6 Agosto 1928
Illustre Signora,
Avendo dovuto ospitare diversi parenti sono rimasto a Pianfei. La sarò ben grato di una sua visita al mio studio che ora è ricco di molti lavori. Sarà però bene che Lei si compiaccia di avvisarmene perché non si dia la combinazione che io sia per campagna.
Ossequi a Lei e Suo signor marito
dal dv.mo G. Sacheri
CP5
Pianfei, 10 Agosto 1928
Illustre Signora,
Va benissimo quanto Ella ha stabilito. Col massimo ossequio
di Lei dev.mo G. Sacheri
Pianfei, 10 Agosto 1928
Illustre Signora,
Va benissimo quanto Ella ha stabilito. Col massimo ossequio
di Lei dev.mo G. Sacheri
CP6
Pianfei, 22 Ottobre 1928
Esimia Signora,
Adempio al gradito obbligo di porgere i migliori ringraziamenti per le cortesi accoglienze avute.
Per il passaporto di mio figlio, prego Sua Eccellenza, nel caso fosse arduo ottenerlo per la Francia, di chiederlo per la Germania o per la Svizzera ove avrebbe ugualmente possibilità di perfezionarsi nelle lingue estere.
My best compliments to your charming son; ossequi a Sua Eccellenza e a Lei Signora squisitamente gentile
dev. G. Sacheri
Pianfei, 22 Ottobre 1928
Esimia Signora,
Adempio al gradito obbligo di porgere i migliori ringraziamenti per le cortesi accoglienze avute.
Per il passaporto di mio figlio, prego Sua Eccellenza, nel caso fosse arduo ottenerlo per la Francia, di chiederlo per la Germania o per la Svizzera ove avrebbe ugualmente possibilità di perfezionarsi nelle lingue estere.
My best compliments to your charming son; ossequi a Sua Eccellenza e a Lei Signora squisitamente gentile
dev. G. Sacheri
CP7
Pianfei, 26 Ottobre 1928
Illustre Signora,
Ho fatto leggere la Sua lettera a mio figlio e questi si decise ieri di andare a presentarsi al comm. Giustiniani che, gentilissimo gli ha promesso che gli avrebbe rilasciato il passaporto richiesto. Ciò è evidentemente frutto del cortese e valido interessamento di Sua Eccellenza ed io, con mio figlio, porgo sentitissime grazie.
Per ora dunque, in attesa dei documenti necessari richiesti a Genova, sarà bene attendere il normale svolgimento della pratica senza altro intervento; all’arrivo di questi, forse abuseremo ancora della Loro cortesia per evitare indugi.
Con ossequi e deferenti saluti.
dev.mo G. Sacheri
Pianfei, 26 Ottobre 1928
Illustre Signora,
Ho fatto leggere la Sua lettera a mio figlio e questi si decise ieri di andare a presentarsi al comm. Giustiniani che, gentilissimo gli ha promesso che gli avrebbe rilasciato il passaporto richiesto. Ciò è evidentemente frutto del cortese e valido interessamento di Sua Eccellenza ed io, con mio figlio, porgo sentitissime grazie.
Per ora dunque, in attesa dei documenti necessari richiesti a Genova, sarà bene attendere il normale svolgimento della pratica senza altro intervento; all’arrivo di questi, forse abuseremo ancora della Loro cortesia per evitare indugi.
Con ossequi e deferenti saluti.
dev.mo G. Sacheri
Corrispondenza con il Senatore Tancredi Galimberti
Tancredi Galimberti (Cuneo, 25 luglio 1856 – Cuneo, 1 agosto 1939) è stato un politico italiano e Senatore del Regno.
Fu Ministro delle Poste e Telegrafi del Regno d'Italia nel Governo Zanardelli.
Il padre Bartolomeo, tipografo, aveva fondato la "Sentinella delle Alpi", questo gli fu di supporto per intrapprendere la carriera politica. Entrò in politica nel 1887 appoggiando il governo di Depretis e quindi in contrasto al conterraneo Giolitti, al tempo all'opposizione. Quando presto Giolitti prese posizioni più riformiste, ne divenne un seguace, entrando come sottosegretario "giolittiano" nel governo di Rudinì II (1896). Fu quindi ministro nel cosiddetto governo Zanardelli-Giolitti dell’apertura democratica (1901).
Ancora nel 1904 su posizioni tipicamente liberali. Nel 1909 anche in seguito ad attriti con Giolitti, che gli preferì Marcello Soleri, si spostò verso gli agrari e i conservatori, candidandosi nel 1919 nelle file del Partito Agrario (Italia), conservatore e nazionalista.
Si avvicinò al movimento fascista, che riteneva difensore dell’ordine e dello Stato. Si oppose però ai metodi squadristi e illegali del partito, al punto da pubblicare sulla Sentinella il testo del proclama di stato d’assedio predisposto dal governo Facta e non firmato dal re. Questo atteggiamento contradditorio gli impedì di essere tra i candidati della lista nazionale nelle elezioni del 1924, ma non nel 1929, allorch´ fu nominato senatore.
È padre di Tancredi Duccio Galimberti. La sua casa ed il suo studio sono oggi un museo.
Trascrizione
Cuneo, 12/8/1932
Illustre Maestro,
Ricevo dall'Avv. Vitelli e dal Prof. Fereglio (due eminenti legali di Torino) ogni elogio per l'opera sua che collocarono nelle rispettive sale al primo posto d'onore.
Io ne sono bene orgoglioso e Lei credo che ne sarà contento.
Così la sua grande e meritata fama avrà in Torino ancora ammirazione; quale artista poeta moderno del nostro mare.
Ossequi alla Signora da tutti noi e con ogni riconoscenza suo
Senatore Galimberti
Tancredi Galimberti (Cuneo, 25 luglio 1856 – Cuneo, 1 agosto 1939) è stato un politico italiano e Senatore del Regno.
Fu Ministro delle Poste e Telegrafi del Regno d'Italia nel Governo Zanardelli.
Il padre Bartolomeo, tipografo, aveva fondato la "Sentinella delle Alpi", questo gli fu di supporto per intrapprendere la carriera politica. Entrò in politica nel 1887 appoggiando il governo di Depretis e quindi in contrasto al conterraneo Giolitti, al tempo all'opposizione. Quando presto Giolitti prese posizioni più riformiste, ne divenne un seguace, entrando come sottosegretario "giolittiano" nel governo di Rudinì II (1896). Fu quindi ministro nel cosiddetto governo Zanardelli-Giolitti dell’apertura democratica (1901).
Ancora nel 1904 su posizioni tipicamente liberali. Nel 1909 anche in seguito ad attriti con Giolitti, che gli preferì Marcello Soleri, si spostò verso gli agrari e i conservatori, candidandosi nel 1919 nelle file del Partito Agrario (Italia), conservatore e nazionalista.
Si avvicinò al movimento fascista, che riteneva difensore dell’ordine e dello Stato. Si oppose però ai metodi squadristi e illegali del partito, al punto da pubblicare sulla Sentinella il testo del proclama di stato d’assedio predisposto dal governo Facta e non firmato dal re. Questo atteggiamento contradditorio gli impedì di essere tra i candidati della lista nazionale nelle elezioni del 1924, ma non nel 1929, allorch´ fu nominato senatore.
È padre di Tancredi Duccio Galimberti. La sua casa ed il suo studio sono oggi un museo.
Trascrizione
Cuneo, 12/8/1932
Illustre Maestro,
Ricevo dall'Avv. Vitelli e dal Prof. Fereglio (due eminenti legali di Torino) ogni elogio per l'opera sua che collocarono nelle rispettive sale al primo posto d'onore.
Io ne sono bene orgoglioso e Lei credo che ne sarà contento.
Così la sua grande e meritata fama avrà in Torino ancora ammirazione; quale artista poeta moderno del nostro mare.
Ossequi alla Signora da tutti noi e con ogni riconoscenza suo
Senatore Galimberti
CP17
A Senatore Tancredi Galimberti
Chiavari, 21 Dicembre 1932
Eccellenza,
La prego gradire con la gentilissima Sua Signora e figlio i nostri saluti cordiali e gli auguri più fervidi.
Giuseppe Sacheri e consorte
Chiavari - Villa Castagnola
A Senatore Tancredi Galimberti
Chiavari, 21 Dicembre 1932
Eccellenza,
La prego gradire con la gentilissima Sua Signora e figlio i nostri saluti cordiali e gli auguri più fervidi.
Giuseppe Sacheri e consorte
Chiavari - Villa Castagnola
Lettera inviata da Avv. Galimberti
Trascrizione
Cuneo, 12 Aprile 1939
Caro Maestro,
Ho bisogno dei suoi preziosi consigli e perciò ricorro a Lei. Lei è stato gentilmente in casa mia ed ha visto le mia quadreria, ora, in caso di guerra (che Dio ci salvi!) che cosa mi consiglierebbe di fare a salvarla dalle ingiurie della guerra?
Le scrivo questo perché, se il deprecato caso succedesse, noi qui siamo in pieno urto ed ogni precauzione per i miei quadri, per i miei libri non è fuori proposito.
Anche per un altro motivo le scrivo ed è per regolarmi riguardo alle ingiurie dei tempi sia per l’oscurimento dei colori e sia per la conservazione delle tele. Lei deve considerarsi pure interessato, perché, per mio onore o per la mia fortuna, diverse sono le opere che portano il suo glorioso nome.
Mi perdoni la noia ed augurando alla sua signora ed a Lei la Buona Pasqua, mi confermo suo
Avv. Galimberti
Trascrizione
Cuneo, 12 Aprile 1939
Caro Maestro,
Ho bisogno dei suoi preziosi consigli e perciò ricorro a Lei. Lei è stato gentilmente in casa mia ed ha visto le mia quadreria, ora, in caso di guerra (che Dio ci salvi!) che cosa mi consiglierebbe di fare a salvarla dalle ingiurie della guerra?
Le scrivo questo perché, se il deprecato caso succedesse, noi qui siamo in pieno urto ed ogni precauzione per i miei quadri, per i miei libri non è fuori proposito.
Anche per un altro motivo le scrivo ed è per regolarmi riguardo alle ingiurie dei tempi sia per l’oscurimento dei colori e sia per la conservazione delle tele. Lei deve considerarsi pure interessato, perché, per mio onore o per la mia fortuna, diverse sono le opere che portano il suo glorioso nome.
Mi perdoni la noia ed augurando alla sua signora ed a Lei la Buona Pasqua, mi confermo suo
Avv. Galimberti
- 1893
- Municipio di Genova
- 1897
- Accademia di Belle Arti di Milano
- 1901
- M. Calderini
- 1904
- Vilhelmine de Stampe
- 1906
- Giuria Internazionale
- 1907
- Bistolfi
- 1908
- Enrichetta Chiaraviglio Giolitti
- 1909
- Accademia Albertina di Belle Arti di Torino
- Emil Richter
- Esposizione Internazionale d’Arte Monaco di Baviera
- Salon d’Automne di Parigi
- 1910-1913
- Esposizione d’Arte di Venezia
- 1910-1917
- Società Amatori e Cultori di Belle Arti
- 1910
- Cavalleri
- Colasanti Arduino
- Filippo Grimani
- Marescotti
- 1911
- Burkhard
- Colasanti
- Ricci Oddi
- Società di Belle Arti di Milano
- 1912
- Famiglia Artistica
- 1913
- Società di Belle Arti di Napoli
- 1916
- Città di Chiavari
- 1917
- Bertrandi
- Manfredi
- 1918
- Croce Rossa Italiana
- 1919-1927
- Società di Belle Arti di Genova
- Società Promotrice Belle Arti di Torino
- 1920
- Società Belle Arti di Firenze
- 1921
- Cartignoni Josè
- Elpidio Piccoli
- 1922
- Pirro Zani
- 1923
- La Quadriennale
- Ministero dell’Istruzione
- 1924
- Associazione Nazionale degli Artisti
- Associazione Paesaggi e Monumenti d’Italia
- 1926
- Sacheri Oscar
- 1927
- Brocchi
- Ferrari Carlo
- Zanzi
- 1928-1930
- Fossa Caderon
- 1928-1934
- Galimberti Alice
- 1932-1939
- Sen. Galimberti